150 milioni di nuovi utenti: la crescita che divora attenzione

In un solo anno, dal 2022 al 2023, 150 milioni di persone sono entrate nel mondo dei social media. Un aumento del 3,2%, pari a 410.000 nuovi utenti ogni giorno. Numeri imponenti, che mostrano una crescita apparentemente inarrestabile. Eppure, dietro la statistica, si nasconde una domanda: più utenti significa più comunità, o solo più rumore?

La media globale parla chiaro: ogni utente frequenta 6,6 piattaforme al mese e passa circa 2 ore e 24 minuti al giorno sui social. In totale, l’umanità trascorre oltre 11 miliardi di ore al giorno a scrollare, postare, reagire. È un tempo che avrebbe potuto riempire biblioteche, costruire città, cambiare destini. Invece si riversa in un flusso di notifiche.

La crescita non è neutrale. Nei Paesi emergenti, l’arrivo dei social significa accesso all’informazione, possibilità di espressione, apertura al mondo. Ma nei Paesi saturi, ogni nuovo utente è un potenziale concorrente nell’arena dell’attenzione. Il risultato è un sovraffollamento digitale, dove emergere diventa sempre più difficile e l’algoritmo premia la superficialità.

In questo contesto, la comunicazione rischia di trasformarsi in una gara per la sopravvivenza. Non conta più il valore, ma la visibilità. Non importa cosa dici, ma quanto riesci a farti notare. L’attenzione diventa la moneta più preziosa, e più scarsa.

Ma i numeri non devono ingannare: dietro ogni nuovo utente c’è una storia, una voce che chiede di essere ascoltata. Il problema non è la crescita, ma l’uso che se ne fa. Se i social diventano soltanto mercati di audience, allora la crescita è sterile. Se invece diventano spazi di incontro, allora ogni nuovo utente arricchisce la comunità.

Il 2023 ci consegna una fotografia potente: i social non sono più una nicchia, sono l’habitat quotidiano dell’umanità. Ma come ogni habitat, possono essere fertile o tossico. Sta a noi decidere se questa crescita sarà solo quantità o anche qualità.

Giuseppe Miccoli

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