Musumeci, blocco collegamenti non impedisce arrivo merci in Sicilia
In merito al blocco collegamenti imposto alla Sicilia
dal presidente Nello Musumeci, è lo stesso presidente che, nel corso
della trasmissione Omnibus di LA7 di ieri mattina, interviene
per chiarire e spiegare una misura straordinaria, quale il blocco
collegamenti da e per la Sicilia, voluta per limitare
la trasmissione del famigerato Coronavirus anche nell’isola.
“Il provvedimento adottato d’intesa con il ministro dei Trasporti
non impedisce l’arrivo delle derrate in Sicilia. Anzi le facilita.
Il limite è soltanto per i passeggeri”.
“La Sicilia – ha proseguito – è sempre stata una terra aperta, un luogo d’incontro
e di confronto, però mai come in questo momento diventa la terra più a rischio.
Noi non siamo soltanto una regione italiana, ma una regione di frontiera dell’Europa.
E quindi è chiaro che da noi è maggiore l’apprensione, l’ansia per un rischio
che sta montando nelle ultime giornate”.
Musumeci ha fatto riferimento anche all’arrivo
sull’Isola di 31mila persone, autocertificatesi negli ultimi dieci giorni.
“Non sappiamo – ha detto – quanti siano in quarantena, rispettando il protocollo
e quanti altri, invece, convinti in maniera sciocca e incosciente di essere invulnerabili, siano rientrati
in Sicilia senza denunciare il proprio arrivo”.
Sulla limitazione dei collegamenti, il presidente ha sottolineato che
“sono consentiti solo quelli ampiamente giustificati, da Reggio Calabria alla Sicilia”.
Abbiamo inoltre un solo volo, per Roma, da Palermo e da Catania, la mattina e la sera.
E un solo treno da Roma per Messina, che poi dirama verso Palermo e Siracusa.
Sono provvedimenti necessari, straordinari, per far fronte
a una situazione straordinaria.
Finora la Sicilia ha tenuto bene. Abbiamo poco più
di 200 casi positivi, un quarto circa in rianimazione.
Obiettivamente temiamo il peggio che, secondo gli esperti, potrebbe essere
alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima.
Abbiamo immaginato anche un Piano B, che ci consenta di aumentare
di altri duecento i posti per la rianimazione e di un paio di migliaia in generale
di sub rianimazione e per gli ospedalizzati non gravi”.
“Stiamo immaginando un panorama assolutamente inedito.
Sembra – ha concluso – che tutti stiamo girando un film
su un grande set cinematografico, come se
ognuno stesse recitando una parte surreale.
Non eravamo preparati alla epidemia più insidiosa
che l’umanità abbia conosciuto negli ultimi cento anni”.