A due anni dalla morte di Enzo Maiorca, il ricordo del “signore degli abissi” e recordman di immersioni in apnea

Sono trascorsi due anni, da quando, il 13 novembre 2016, Enzo Maiorca, il “signore degli abissi” ha lasciato la vita terrena. Aveva 85 anni ed è stato l’orgoglio di una Sicilia in cerca di riscatto sociale, sempre relegata nelle ultime posizioni dalle statistiche socioeconomiche ma prima nel mondo nell’ambito dell’apnea grazie ad uno dei suoi figli che ha contribuito a farla conoscere ed apprezzare nel mondo.

Maiorca, dal 1960 fu l’artefice di ripetuti primati del mondo di profondità raggiunta in apnea ad assetto variabile. Il primo (-45 metri) strappato al brasiliano Santarelli e poi una serie di altri, fino al 1976. Sono in molti a ricordare la competizione negli anni ‘60 e ‘70 con l’altro grande sub francese Jacques Mayol (poi morto suicida nel 2001). Proprio la sua sfida con Mayol ha ispirato il film «Il grande blu» (Le Grand Bleu), di Luc Besson del 1988, uscito però in Italia solo nel 2002. Nel 1986 dopo un periodo di stasi Maiorca ritorna alle competizioni e scende, nel 1988, fino a 101 metri. Poi decide di abbandonare e dedicarsi ad altro. Fu scrittore (scrisse diversi libri, da «A capofitto nel turchino: vita e imprese di un primatista mondiale», a «Sotto il segno di Tanit», da «Scuola di apnea», a «Il Mare con la M maiuscola»), appassionato dell’archeologia marina e partecipò a spedizioni scientifiche, come quella nel triangolo di Bermuda nel 1978. Gli ultimi anni della sua esistenza furono particolarmente travagliati soprattutto a causa della morte per cancro nel 2005 della figlia Rossana (anche lei campionessa di immersioni in apnea in assetto variabile).

Il grande pubblico lo ricorda anche per un celebre episodio televisivo avvenuto il 22 settembre del 1974, nelle acque della baia di Ieranto, sulla costiera sorrentina, quando Maiorca tentò di stabilire un nuovo record mondiale di immersione in apnea alla quota di 90 metri poi andato a vuoto per la collisione in fase di discesa, a venti metri di profondità, urtando contro Enzo Bottesini, ex campione del Rischiatutto e inviato della Rai per l’evento. Riemerso particolarmente contrariato non risparmiò imprecazioni e parolacce, molte delle quali ascoltate dal pubblico televisivo. Tra queste anche due bestemmie che gli costarono l’interdizione dalla televisione per molti anni. Dopo questa assenza forzata ritornò in Rai dal 2000 al 2002 collaborando con Linea Blu.Dopo avere abbandonato l’attività agonistica, diventando anche vegetariano, Maiorca sposò l’impegno ambientalista, divenuto nel tempo la sua nuova passione, difesa anche da senatore di Alleanza nazionale fra il 1994 e il 1996. Inoltre, fu anche l’ispiratore del cartello di associazioni “Sos Siracusa”, che ancora oggi, si batte per la tutela delle zone archeologiche, ma anche del paesaggio, marino.

Per la sua attività sportiva, Maiorca ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti come la Medaglia d’Oro al valore atletico del Presidente della Repubblica (1964), Tridente d’Oro di Ustica, Premio letterario del C.O.N.I. per il libro “A capofitto nel turchino” (1976), Stella d’Oro al merito sportivo del C.O.N.I., Medaglia d’Oro al merito di Marina (2006) per le gesta sportive e la difesa dell’ambiente. Oggi, per legare il nome di Enzo Maiorca alla sua terra o meglio al suo mare, si parla di dedicargli un percorso subacqueo, nel mare intorno all’isolotto di Ognina o il Museo del Mare di Siracusa.

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