Addio Live Shopping, benvenuto Broadcast Channels: l’illusione della comunità

Instagram archivia in silenzio una delle sue funzioni più pubblicizzate: il live shopping, la possibilità di acquistare prodotti direttamente durante una diretta. La promessa era quella di fondere e-commerce e intrattenimento, creando un mercato interattivo. Non ha funzionato: pochi lo usavano, troppi lo ignoravano.

Ma la piattaforma non rinuncia a sperimentare: introduce i Broadcast Channels, canali in cui i creator possono inviare messaggi, aggiornamenti, sondaggi direttamente ai propri follower. Apparentemente un’innovazione, in realtà un ritorno al passato: la logica del megafono, uno parla, gli altri ascoltano.

È la fine di un’illusione. I social erano nati come spazi di interazione orizzontale, luoghi dove la comunicazione era reciproca. Oggi tornano a essere palcoscenici: chi ha visibilità trasmette, chi segue riceve. Il sociale diventa broadcast, la comunità si riduce a pubblico.

La scelta non è casuale: le piattaforme vogliono trattenere gli utenti, offrendo ai creator strumenti sempre più potenti per fidelizzare le masse. Ma fidelizzare non significa dialogare. Al contrario, significa consolidare un potere asimmetrico: il creatore parla, il follower reagisce. Stop.

È una comunicazione impoverita, dove la partecipazione si riduce a emoji e like. Il linguaggio si semplifica, la relazione si annulla. L’esperienza comunitaria, fatta di scambio e confronto, viene sostituita dall’esperienza televisiva travestita da social.

C’è un paradosso: mentre la tecnologia rende possibile la conversazione globale, le piattaforme scelgono di limitarla per controllarla meglio. E così ciò che nasce come “rete” diventa “palinsesto”.

I Broadcast Channels sono il simbolo di un cambiamento più grande: la transizione dai social network ai media network. Da piazze a stadi, da conversazioni a monologhi. Il rischio è che i social diventino sempre più luoghi di consumo, sempre meno spazi di comunità.

La domanda che resta aperta è semplice e politica: vogliamo una rete che ci faccia spettatori o cittadini? Perché la differenza è enorme.

Giuseppe Miccoli

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