Ambiente, plastic free: San Vito Lo Capo dice stop alla plastica
San Vito Lo Capo dice stop alla plastica. Lo stabilisce l’ordinanza sindacale n.1 del 30/01/2019 che vieta la vendita e l’uso di piatti, bicchieri e posate di plastica non compostabile, nonché di bastoncini per l’igiene auricolare (Cotton Fioc) in materiale plastico non biodegradabile. Il provvedimento entrerà in vigore a partire dal 1° Maggio 2019. Obiettivo- si legge nel testo dell’ordinanza- promuovere e soddisfare i necessari criteri di riciclo, sulla base della riduzione della produzione dei rifiuti e delle conseguenti emissioni inquinanti con notevoli rischi ambientali, in linea con quanto previsto da una direttiva del Parlamento Europeo.
“Si tratta di un atto di civiltà e di amore per l’ambiente – ha sottolineato il sindaco Giuseppe Peraino -, da amministratore di un territorio fortemente orientato verso un turismo ecosostenibile, ho sentito il dovere etico di salvaguardare ciò che la natura ci ha donato tutelando, allo stesso, la salute pubblica. Ho ritenuto, pertanto, necessario ed inderogabile anticipare l’entrata in vigore della direttiva europea, previsto dal 2021, come hanno già fatto altri sindaci. Auspico – ha concluso Peraino – il rispetto dell’ordinanza da parte di tutti, cittadini, commercianti, titolari di attività di bar e ristorazione e turisti e, contemporaneamente, la massima collaborazione nella differenziazione di tutti gli altri rifiuti.
Dal 1 Maggio – recita l’ordinanza sindacale- in tutto il Territorio Comunale, comprese le spiagge e tutta la fascia costiera, sono vietati la vendita e l’uso di bicchieri, piatti, posate e sacchetti di plastica non compostabile, nonché la vendita e l’uso di bastoncini per l’igiene auricolare (Cotton Fioc, i quali avendo il bastoncino realizzato in materiale plastico, si trasformano negli oggetti che più invadono i nostri mari e si accumulano sulle spiagge e negli oceani, venendo poi scambiati per cibo da uccelli, pesci e mammiferi, causandone la morte o l’inclusione di sostanze tossiche nella catena alimentare. Con le loro dimensioni ridotte rendano praticamente impossibile l’ipotesi di recuperarli una volta dispersi sulle spiagge o in mare) il cui costo di conferimento ricade tutto sul bilancio contabile del Comune e sull’ecologia del Territorio con l’aggravamento del processo di smaltimento.