“Le aree protette credo che abbiano bisogno di una revisione. Le legge 394 del ’91 va rivista ed adeguata. Dobbiamo capire quale ruolo attribuire alle Regioni, se creare un coordinamento nazionale. Serve un intervento normativo per fare tesoro di quello che non funzionato bene nel passato”.
Lo ha detto il ministro della Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, agli Stati generali delle aree protette a Roma.
“Tutto diventa difficile se si cala una indicazione pur nobile dall’alto, e poi la comunità locale si pone dall’altra parte – ha detto ancora il ministro -. Serve una campagna di sensibilizzazione per diffondere il verbo delle aree protette, a partire dalla scuola primaria. Non devono essere letto solo come un divieto, ma concepite come investimenti per la crescita”.
“In Italia si ha la convinzione che mettere sotto tutela un’area diventa un ostacolo – ha proseguito Musumeci -. Compito delle istituzioni e delle associazioni è il superamento di questo limite culturale. Io sono ministro del mare. In Italia ci sono 29 aree protette marine, 1 santuario dei mammiferi, 2 aree protette archeologiche, 2 parchi marini. Ma anche qui ho trovato difficoltà, nella marineria e nella pesca, perché si guarda sempre nell’ottica del divieto”.
“Non so se ve lo ha detto la collega Santanché, ma noi prevediamo che ci possa essere presto un’attività turistica nei fondali e nel dominio subacqueo, con piccoli sommergibili. Anche i civili sono interessati a scoprire questo mondo – ha spiegato il ministro – e l’industria si sta adeguando alla domanda, con la realizzazione di vettori, di piccoli sommergibili che, se sinora erano di interesse della Marina militare, ora cominciano a diventare di interesse privato”.