Arriva il nuovo sistema per calcolare lo sforzo di pesca, La Pietra: “Il decreto tutela l’attività delle nostre marinerie”

“Prosegue l’impegno del governo Meloni a sostegno dell’attività dei nostri pescatori e il decreto sul fermo pesca, firmato dal ministro Lollobrigida, ne è la conferma. Nei due anni e mezzo di attività alla guida del Masaf, insieme al ministro ci siamo fatti carico di restituire competitività al comparto, lavorando in sede europea affinché venissero recepite le principali richieste delle associazioni di categoria, giustamente preoccupate che i limiti potessero rivelarsi estremamente penalizzanti per l’attività dei pescherecci“. A dichiararlo è il sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra.
Rispetto alle misure introdotte lo scorso anno, che assicuravano agli operatori del settore una flessibilità nella gestione della loro attività, confermata “la possibilità di pescare anche il sabato e la domenica, oltre a non prevedere nessun giorno aggiuntivo obbligatorio di fermo pesca. In concreto le imprese di pesca avevano la possibilità di scegliere autonomamente i periodi di fermo, adattandoli alle proprie esigenze operative e alle condizioni meteo-marine locali“.
Nel decreto 2025 “abbiamo introdotto ulteriori novità importanti per il settore, come evidenziato dall’adozione di un nuovo sistema per calcolare lo sforzo di pesca. Il decreto prevede, infatti, che lo sforzo venga conteggiato dal momento in cui l’unità entra nella zona di sforzo al momento in cui ne esce, così da poter conteggiare esclusivamente il periodo effettivo in cui il peschereccio svolge l’attività di prelievo, assicurando minori sprechi di carburante, quindi minori costi di gestione e maggiore sicurezza per i pescherecci, non più costretti a vere e proprie corse nei trasferimenti nelle zone di pesca e nel rientro in porto.Una richiesta legittima da parte dei pescatori, di cui abbiamo voluto farci carico in sede europea e che oggi siamo in grado di garantire ai lavoratori di un settore che troppo spesso, in passato, sono stati penalizzati da politiche che non hanno tenuto nella giusta considerazione le esigenze di un comparto strategico per l’economia e la sovranità alimentare italiana ed europea“.