A Bar Sicilia Pasqualino Monti parla di porti siciliani, waterfront e cantieri navali | VIDEO
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La puntata numero 142 di Bar Sicilia, la trasmissione condotta dal direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e dal direttore editoriale Maurizio Scaglione, viene trasmessa dalla sede dell’Autorità di sistema Portuale del Mare della Sicilia Occidentale, con il presidente dell’Ente Pasqualino Monti che sviscera diversi argomenti, dal sistema portuale dell’Isola al waterfront, dal sistema crocieristico al futuro di Cantieri Navali.
L’esordio è dedicato ai lavori al porto di Palermo: “Abbiamo iniziato circa 3 anni fa una grande riqualificazione – afferma Monti – In particolare abbiamo trasformato la zona più a Sud del porto in una grande area ricettiva, sia per il traffico di cabotaggio nazionale che per il traffico dei traghetti, che per il traffico crocieristico. Abbiamo chiuso un accordo con le compagnie più importanti al mondo, la MSC e la Carnival Corporation con il marchio Costa (nel 2024 si aggiungerà a loro la Royal Caribbean) per portare un milione e mezzo di passeggieri a Palermo. Avevamo la necessità di dare risposta ad un numero consistente di persone che una volta sbarcate nel nostro porto devono muoversi. Abbiamo inaugurato qualche tempo fa il terminal aliscafi sulla banchina Sammuzzo e abbiamo appaltato la famosa ‘Barceloneta’, una grande opera da 25,5 milioni di euro che prevede la costruzione di circa 8000 metri quadrati che saranno suddivisi nell’ambito di quell’area del porto di Palermo e che racconterà le eccellenze enogastronomiche siciliane“.
Altro argomento caldo è la destinazione dei fondi del recovery fund destinati alla Sicilia e la possibilità di spenderli per infrastrutture. Sul tema Monti spiega: “Bisogna affiancare a quello che è la costruzione di infrastrutture due o tre riforme che ci consentano non solo di realizzarle, ma di venderle sul mercato e, quindi, di ottenere un ritorno in termini di costi-benefici – dice riferendosi alla sburocratizzazione -. La seconda riforma necessaria è quella fiscale. Serve una politica che consenta l’insediamento di industrie in una parte del Paese che, diciamo così, da questo punto di vista è abbastanza depressa. Racconto per la mia autorità abbiamo 78 milioni per finire Palermo, 67 milioni per dragare Trapani e 45 milioni per dragare Porto Empedocle“.
Una passaggio Monti lo dedica alla rinascita del porto di Porto Empedocle: “Quando sono arrivato l’idea che mi sono fatto è di una realtà meravigliosa inserita in un contesto drammatico, per usare un eufemismo. Un degrado generalizzato, insomma, un suk – afferma senza mezzi termini – Noi abbiamo iniziato una fase di riqualificazione, abbiamo demolito tutte le strutture fatiscenti e ci siamo resi conto che era necessario andare sul mercato e far conoscere quella parte di Sicilia. Devo dire che i ritorni che abbiamo avuto dal mercato, soprattutto crocieristico, sono stati eccezionali: dalla nave hai la possibilità di guardare la Valle dei Templi, la Scala dei Turchi. Ci sono delle potenzialità straordinarie e che erano totalmente inespresse. Il nostro progetto si è basato sul riqualificare quelle aree creare delle strutture ricettive per cercare di dare risposta a coloro che vogliono investire in tal senso. In ambito crocieristico abbiamo avuto le immediate risposte. Ora sta a noi realizzare il dragaggio, quindi adeguare i fondali, e qui arriviamo alle opere di infrastrutture necessarie per cercare di far entrare nel più breve tempo possibile il maggior numero di navi e quindi il maggior numero di passeggeri“.
Monti parla anche di cantieristica navale e di Fincantieri: “Abbiamo guardato l’asset del bacino di Fincantieri e abbiamo scoperto che c’era un opera bloccata dal 2008, quindi non si riusciva a finire l’operazione di svuotamento del bacino da 150.000 tonnellate, che è quello in cui si costruiranno le nuove navi da crociera. La mission del cantiere era quella di fare gli allungamenti delle navi, la manutenzione, la costruzione dei tronconi, però non si poteva costruire le nuove navi, quindi chiudere l’intera filiera industriale. Abbiamo messo in campo tutte le armi necessarie gettando il cuore oltre l’ostacolo per chiudere l’opera per svuotare il bacino e lo abbiamo riempito“, afferma.
Sul sistema intermodale dei trasporti, è in atto un grande lavoro da parte della Regione siciliana per rimuovere i problemi attuali, come spiega lo stesso Monti: “C’è la necessità di far dialogare tra loro diverse modalità di trasporto: per arrivare da Palermo a Trapani impiego col treno 4 ore, portare i passeggeri da Trapani a Porto Empedocle penso sia quasi impossibile. La Regione con Marco Falcone sta cercando di creare una cabina di regia, con Autorità portuale, Anas, Ferrovie dello Stato, provando a portare avanti progetti molto importanti“.
Una battuta Monti la dedica ai collegamenti con le isole minori: “Nostro compito è quello di creare le strutture ricettive adeguate – dice – Ho imparato attraverso la mia esperienza personale che il bello chiama bello e il degrado chiama il degrado. A Palermo abbiamo creato il terminal aliscafi, con un punto ristori, l’area di attesa, il WiFi. Anche a Trapani abbiamo fatto il Fast Ferry Terminal, abbiamo realizzato in 8 mesi un terminal che fa questo servizio. Dopodiché c’è l’altra competenza, quella degli armatori, che è di adeguare le proprie imbarcazioni alle strutture ricettive a terra”.
Infine, Monti torna sul lavoro che l’Autorità che presiede sta facendo per rendere i porti luoghi belli da vedere, da visitare e da vivere per tutta la cittadinanza, non solo per gli addetti ai lavori: “È un sogno che si sta avverando – afferma – Per chi è palermitano, per esempio, nella banchina Sammuzzo, la parte più a Sud del Porto, c’era una struttura, un elemento di degrado generalizzato con semirimorchi abbandonati, pavimentazione rotta… Noi abbiamo creato lì un meraviglioso tappeto verde con le due carreggiate per la navetta che dovrà portare i passeggeri al terminal aliscafi, che abbiamo creato; alle spalle abbiamo demolito tutte quelle strutture fatiscenti che esistevano e abbiamo ridato dignità a quelle attività che abbiamo trasferito nell’area cantieristica. Alle spalle abbiamo demolito le strutture fatiscenti che esistevano. Dopo la demolizione abbiamo iniziato la progettazione dell’opera che stiamo realizzando, che ci consentirà a Palermo di restituire ai cittadini una parte fondamentale del loro porto, dividendo quindi il traffico pesante e la parte per passeggeri e cittadini di Palermo, che potranno godere di questa meraviglia che noi stiamo realizzando“.