“Barriera blocca plastica funziona”: centinaia di rifiuti fermati alla foce del fiume Platani
È tempo di bilanci per la prima barriera siciliana “blocca plastica” installata lo scorso 18 febbraio nei pressi della Foce del fiume Platani in provincia di Agrigento. L’iniziativa, inserita nell’ambito del progetto Halykòs – Prevenzione Ambientale e Valorizzazione della Foce del Fiume Platani, promosso dall’associazione ambientalista Marevivo con il sostegno della Fondazione CON IL SUD e con la collaborazione di un fitto partenariato che vede come protagonisti anche il Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana, la società Castalia Srl che ha sovrinteso i lavori d’installazione, i comuni di Ribera e Cattolica Eraclea (AG) , alcune scuole del territorio (gli istituti comprensivi “Ezio Contino” di Cattolica Eraclea (AG), “V. Navarro” e “F. Crispi” di Ribera (AG) ,l’I.I.S. Francesco Crispi di Ribera) la Cooperativa Arcobaleno di Sciacca, è finalizzata a ridurre l’inquinamento da plastica e a bloccare il riversamento in mare dei rifiuti trasportati dal fiume.
Ricordiamo che il Fiume Platani è uno dei più importanti fiumi del versante meridionale della Sicilia.
Dalle sorgenti alla foce (circa 103 Km, per un bacino idrografico di 1.785 Km2) bagna ben 41 comuni delle province di Agrigento, Caltanissetta e Palermo e suo malgrado finisce per essere uno dei maggiori imputati dell’inquinamento del versante costiero agrigentino, proprio a causa dell’enorme quantità di rifiuti trasportata lungo il suo percorso.
Dopo il lungo periodo di siccità, l’arrivo delle piogge e l’aumento della portata del fiume hanno mostrato in questi giorni il buon funzionamento della barriera che ha intrappolato diverse centinaia di kg di rifiuti galleggianti, bloccandoli prima che arrivassero in mare.
Contenitori di prodotti per l’agricoltura, bidoni, flaconi di detersivo, bottiglie di vetro e di plastica, sacchetti e cassette di plastica, giocattoli, contenitori di alimentari, ma anche polistirolo e addirittura uno sportello di un congelatore, nella mattinata di lunedì 14 dicembre sono stati recuperati dagli operatori di Marevivo che sorvegliano il sistema di raccolta della barriera. Sono circa 400 i chili di immondizia trasportati dalla corrente del fiume Platani che dall’inizio delle piogge ad oggi sono stati bloccati nella cella di raccolta e che non arriveranno mai più in mare.
Il sistema era già stato collaudato lungo il Po e una successiva installazione è stata fatta anche sul Tevere con una sperimentazione realizzata nell’ambito delle azioni promosse per i Contratti di Fiume realizzati dalla Regione Lazio che ha raggiunto grossi risultati e che hanno indotto l’ente pubblico a continuare l’osservazione, fissando un ulteriore proroga dell’esperimento.
“L’80% dei rifiuti marini, di cui una gran parte è plastica, è trasportata in mare dai corsi d’acqua – dichiara Fabio Galluzzo delegato regionale di Marevivo Sicilia e direttore del progetto Halycòs – le barriere blocca plastica possono costituire un efficiente sistema inibitivo per la riduzione dell’inquinamento marino. Tutti i rifiuti periodicamente recuperati al Platani saranno correttamente differenziati e smaltiti grazie all’intervento dei servizi integrati di igiene ambientale del Comune di Ribera e ciò contribuirà efficacemente a frenare una parte del degrado che logora la bellezza dell’habitat fluviale e marino e della Riserva della Foce del Fiume Platani”
Ma la barriera non è l’unico sistema di monitoraggio che si sta sperimentando lungo il Platani.
Infatti in occasione dell’incontro tenutosi il 10 Settembre scorso nell’ambito dell’organizzazione dei tavoli tematici del Progetto Halykòs, ARPA Sicilia e l’Associazione Marevivo hanno concordato un programma di Educazione Ambientale e di Monitoraggio Ambientale come ulteriore azione a supporto dell’iniziativa.
“La collaborazione mira, attraverso una più approfondita conoscenza dello stato dell’ambiente, a tutelare il capitale naturale ed i servizi ecosistemici del territorio – dichiara il dottore Giuseppe Cuffari, Responsabile della UOC T3 – EAS, Reporting Ambientale, Salute e Ambiente. In particolare, in tal senso, si è avviato il 14 dicembre il programma di monitoraggio ambientale, bimensile, delle qualità delle acque del fiume e una ricognizione video di alcuni territori lungo l’asse fluviale. I risultati del monitoraggio, saranno oggetto di incontri (anche con attività in loco, la cui realizzazione è condizionata dall’evoluzione pandemica) con gli studenti ed insegnanti delle scuole che insistono nel territorio per stimolare il dibattito sulle principali criticità ambientali del territorio con particolare riferimento agli obiettivi 14 e 15 dell’Agenda 2030 che trattano della Vita sott’Acqua e della Vita sulla Terra”.