Batterie a base di chitina: dal guscio dei crostacei arriva la nuova soluzione sostenibile

Sostituire il litio nelle batterie con un materiale biodegradabile ed amico dell’ambiente. E’ questa l’idea da cui parte uno studio realizzato dai ricercatori dell’Università del Maryland. Gli studiosi sono riusciti infatti a realizzare un prototipo di batteria a base di chitina, la sostanza che conferisce forza e durezza ai gusci di granchi e aragoste.

LO STUDIO

Secondo lo studio, rivista Matter, gli scarti dei crostacei possono essere trasformati in un elettrolita per le batterie ricaricabili: divenendo dunque un’ottima idea, sia in termini di sostenibilità che di efficienza, per soddisfare la crescente domanda di energia rinnovabile. Il litio in questo modo viene sostituito dallo zinco, maggiormente presente in natura e che renderebbe le batterie non solo più economiche ma anche più sicure di quelle tradizionali.

Dalla chitina si sintetizza il chitosano, un polisaccaride comunemente utilizzato in ambito farmaceutico. Una volta combinato con lo zinco può dar vita a una nuova sostanza elettrolitica capace di alimentare una batteria fino a 400 ore. Ciò significa che dopo 1.000 cicli di ricarica potrebbe continuare a offrire un’efficienza del 99%. Quella classica si fermerebbe al 70-75%. Complice la loro elevata efficienza, le batterie potrebbero essere utilizzate per immagazzinare energia eolica o solare e possibilmente anche dai veicoli. Il composto inoltre sarebbe biodegradibile in soli 5 mesi.

La necessità di trovare una soluzione alternativa all’uso del litio nasce dal fatto che le sostanze elettrolitiche, che lo compongono, non sono biodegradabili: i separatori in polipropilene e policarbonato, due componenti chimici fondamentali, impiegherebbero centinaia o migliaia di anni per degradarsi. Senza considerare che sono pericolose, perché infiammabili e corrosive. 

Quando si sviluppano nuovi materiali per le tecnologie delle batterie tende a esserci un divario significativo tra risultati promettenti di laboratorio e una tecnologia dimostrabile e scalabile. Ci sono ancora alcune sfide da affrontare nello sviluppo delle batterie agli ioni di zinco, ma studi fondamentali come questo sono estremamente importanti”. Così ha commentato al Guardian Graham Newton, dell’Università di Nottingham.

Potrebbero interessarti anche...