Bluesky, la nuova diaspora digitale senza più inviti

Bluesky, la nuova diaspora digitale senza più inviti
di Giuseppe Miccoli

Il 6 febbraio 2024 Bluesky ha spalancato le porte. Nata da un’idea di Jack Dorsey, ex Twitter, la piattaforma ha eliminato il sistema a inviti e in un solo giorno ha superato 800.000 nuovi utenti, raggiungendo oltre 4 milioni di iscritti. Una crescita rapida, segno della fame di alternative nel panorama digitale.

Bluesky nasce su basi diverse: decentralizzazione, controllo degli utenti sui dati, algoritmi personalizzabili. Il suo cuore tecnologico è l’Authenticated Transfer Protocol, un’infrastruttura che promette autonomia dalle grandi corporation. In un’epoca in cui i social storici mostrano i limiti di modelli sempre più aggressivi e polarizzanti, Bluesky intercetta il malessere di chi cerca uno spazio meno tossico, meno sorvegliato, più orizzontale.

Finora la promessa regge: i livelli di tossicità restano bassi, i feed sono dominati da contenuti originali e non da risse virali. Eppure, le sfide restano: moderazione, gestione della crescita, sostenibilità. A maggio 2024 lo stesso Dorsey ha lasciato il consiglio di amministrazione, segnando il distacco simbolico dal fondatore.

Oggi Bluesky ha superato i 36 milioni di iscritti. Un’anomalia nel deserto standardizzato della Silicon Valley. Resta da capire se l’utopia decentralizzata saprà sopravvivere al peso della sua stessa crescita.

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