Canoni demaniali crescono del +25,15%. Rixi: “Presto tavolo al Mit”. Le proteste di Alleanza Coop
Anche per il 2023 imprese e cooperative di pesca e acquacoltura che operano sul suolo demaniale non verranno risparmiate. Per l’annualità in corso, infatti, è previsto un adeguamento dei canoni per le concessioni demaniali marittime, che arrivano a un ulteriore aumento del +25,15%.
“Ci siamo incontrati in Assoporti con tutti i presidenti delle Autorità di sistema portuale per affrontare alcune criticità dovute all’aumento del 25% dei canoni delle concessioni demaniali determinati dall’adeguamento automatico dei criteri Istat. Inoltre, abbiamo affrontato il tema delle nuove linee guida per il regolamento delle concessioni demaniali e il completamento delle opere previste nel Pnrr“. Così scrive in una nota il viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi.
“Un confronto utile sulle necessità di un comparto che rappresenta un volano per lo sviluppo economico e l’occupazione – prosegue Rixi –. Parte da oggi quindi una riflessione sul futuro del sistema portuale italiano. La prossima settimana sarà convocato al Mit un tavolo che coinvolgerà anche le confederazioni dell’armamento e dei terminalisti per individuare soluzioni condivise per le sfide di un mercato in continua evoluzione“.
L’Alleanza delle Cooperative definisce l’aumento delle concessioni demaniali marittime “un profondo salasso insostenibile e ingiustificato con aumenti più del doppio rispetto all’inflazione che sfiora il 12%. Tempi duri per le imprese di acquacoltura e per le cooperative di pesca che operano sul suolo demaniale. Per il 2023 è previsto un adeguamento dei canoni per le concessioni demaniali marittime che segnano un aumento del +25,15%“.
“In base alle nuove tabelle, sottolinea la cooperazione, la misura minima del canone è di 3.377,50 contro i 2698.75 del 2022. Una corsa al rincaro – ricorda la cooperazione – partita già nel 2020 anno in cui si è passati da un importo minimo di 361,89 a 2.500 euro. Occorre invertire rotta, riducendo gli aumenti dei canoni alla luce anche del peso che devono affrontare le imprese ittiche per far fronte dell’aumento dei costi energetici“.