Favignana, canti della mattanza nella ex Tonnara Florio: prima volta dopo chiusura stabilimento
Canti propiziatori per una buona mattanza: ‘Ajamola’, ‘Gnansù’ e poi ‘Lina Lina’. Canti di preghiera con contenuti religiosi e profani insieme che venivano eseguiti dai tonnaroti e dal rais prima della caccia ai tonni. Musiche e parole antiche oramai scomparsi che, per una sera, sono tornati a dare ‘voce’ e respiro all’ex stabilimento Florio di Favignana.
È successo per la prima volta nella storia dopo la chiusura delle attività della tonnara avvenuta nel 1981, grazie al progetto “Canti del mare: mattanze” che il Conservatorio di musica “Antonio Scontrino” di Trapani ha portato in scena ieri sera negli ambienti della ‘trizzana’ a quattro porte dell’ex stabilimento, tra reti e ‘vascelli’.
Un progetto, quello del Conservatorio, finalizzato alla riappropriazione delle tradizioni musicali del Trapanese, anche nella loro riproposta in forme attuali: “È stato concepito per restituire identità e memoria al mondo del mare catturando in una dimensione magico-evocativa pubblico e interpreti” spiega Consuelo Giglio del Conservatorio. Con le musiche di Alberto Favara e i canti rielaborati da Mario Modestini, il ‘Modern ensemble’ del Conservatorio (diretto da Simone Veccia) e il coro formato da quattro studenti (Antonino Arcilesi, Aurora Baiamonte, Martina Saviano, Anna Maria Sotgiu), hanno fatto rivivere i tempi d’oro delle mattanze nello spettacolo con la regia firmata da Betty Lo Sciuto. In mezzo gli audio originali con le voci di tonnaroti e rais che l’etnomusicologa Giuseppina Colicci raccolse in presa diretta durante la mattanza nella vicina Bonagia nel 2002. In prima fila, tra gli altri, l’ultimo rais di Favignana, Salvatore Spataro, e Maria Guccione, storica e profonda conoscitrice dell’isola e delle tradizioni.