Caro gasolio, Alleanza Coop: “Nel 2022 perso il 28% dei profitti”
Perdita di profitti del 28% in un anno, costi insostenibili, imbarcazioni ferme in porto e occupazione a rischio. E’ il quadro della pesca italiana tracciato dall’Alleanza delle Cooperative, dovuto al prezzo dell’energia e dei carburanti che non accenna a stemperarsi.
A soffrire maggiormente sono i sistemi a traino fortemente energivori, il 30% della flotta peschereccia con 1.200 imbarcazioni, dove l’incidenza dei costi di produzione sono del 60/70%; a seconda della tipologia e della dimensione vengono consumati tra i 500 e i 1.700 litri di gasolio al giorno. Una situazione che ha portato gli operatori, soprattutto quelli del sistema a strascico, a ridurre le giornate di pesca con ripercussioni sull’approvvigionamento dei mercati ittici e sul loro reddito, a vantaggio delle importazione extra-Ue.
A oggi le difficoltà continuano, aggravate dal calo dei prezzi del prodotto ittico dopo il periodo estivo (dal 30 al 40%), con il risultato che sempre più gli armatori sono interessati al fermo definitivo. Non sono mancati gli interventi messi in campo da Ue e Governo italiano, ma il credito d’imposta sul piano finanziario non ha effetti immediati sul cash-flow delle imprese. Stessa cosa per le misure europee del Feampa modificate per intervenire sulla perdita di redditività e costi aggiuntivi, ma a oggi sono ancora senza effetto per la mancata attivazione del nuovo Fondo. Per ridare futuro alla pesca, conclude l’Alleanza, occorrono investimenti per adottare nuovi carburanti e motori meno energivori, ma il Feampa non prevede sostegni in questo senso e tantomeno per il rinnovo delle imbarcazioni. Il rischio è che ci saranno sempre più ritiri definitivi e meno turnover fino a chiudere il settore. Da qui l’appello dell’Alleanza “non rendiamo insostenibile per i pescatori una pesca che l’Europa ha reso sostenibile per le risorse ittiche“.