Caro gasolio, sos pesca: in 3 mesi bruciati 200mln fatturato
Dall’inizio del conflitto in Ucraina il caro gasolio è costato ai pescatori italiani 200 milioni di euro di mancato fatturato.
In molti hanno diminuito le uscite in mare, non riuscendo più a rientrare dei costi del carburante. A stimare per la prima volta con l’ANSA l’impatto dei rincari sul settore ittico, è la Fedagripesca-Confcooperative, che ha calcolato una perdita di profitto lordo nel 2022 di circa il 28% rispetto al 2019 e 2020.
E mentre torna a dilagare in questi giorni la protesta in molte marinerie (l’ultima oggi nel foggiano da parte del comparto marittimo di Manfredonia) con pescherecci fermi in banchina, come era già avvenuto all’inizio di marzo, gli effetti sul consumatore si fanno sentire. Potrebbero scarseggiare sui mercati i prodotti italiani di stagione, come acciughe e sardine, ma anche nasello, pesce spada, sogliola e spigola. In alcuni casi è scattato l’effetto scorta come avvenuto gli scorsi anni per il lockdown; chi può, infatti, acquista e congela pesci, molluschi e crostacei. Quanto ai prezzi in pescheria o al ristorante, fa sapere un monitoraggio dell’associazione, si registrano complessivamente da marzo a oggi aumenti fino al 30% per il consumatore finale e praticamente nulla in più per le tasche del pescatore.