Cavagrande del Cassibile, la riserva del turismo selvaggio: l’appello di Monello

La Sicilia è un luogo incantato, ricco di posti che lasciano senza fiato. La Riserva di Cavagrande del Cassibile, ad Avola in provincia di Siracusa, è caratterizzata da una fitta vegetazione che rimanda ad un film fantasy, con gole e canyon che hanno il potere di lasciare a bocca asciutta chiunque.

Purtroppo però da diversi anni è impossibile accedere all’area a causa della mancata messa in sicurezza. Piogge e incendi hanno di fatto devastato la Riserva che, ad oggi e da parecchi anni, risulta chiusa. Ma i problemi non finiscono qui! Si perché non c’è nessuno che fa rispettare il divieto di accesso alla riserva naturale e ai turisti non basta la presenza di un cartello che vieti l’accesso all’area.

I visitatori infatti non si creano problemi ad oltrepassare la ringhiera e ad avviarsi lungo il sentiero, non curanti del fatto che, sia radio che telefoni, in questo luogo non siano funzionanti e che quindi, se dovesse accadere qualcosa, non avrebbero alcun modo per chiedere aiuto.

Guglielmo Monello Ugl

Guglielmo Monello, dirigente sindacale, componente del consiglio Regionale Agroalimentare e coordinatore in provincia di Siracusa responsabile del settore forestale UGL, da tempo si batte per la riapertura e soprattutto per le messa in sicurezza della zona che da sempre attrae turisti, afferma: “Si tratta di un turismo selvaggio, dove ognuno si accampa e deturpa una delle zone più belle della Sicilia. Un luogo dove l’immondizia è diventata parte della natura stessa. A rimetterci sono i poveri soccorritori che con sforzi fuori dal naturale e con temperature proibitive, riescono a portare il malcapitato, dopo ore di attesa, al sicuro“.

Intanto mi auguro che qualcuno si svegli e faccia rispettare i divieti e quando sarà nuovamente fruibile questo meraviglioso posto, si pensi ad agevolare eventuali soccorsi e consentire i recuperi, imponendo a priori ai visitatori di rispettare le condizioni di sicurezza per l’accesso!- prosegue Monello- Da addetto ai lavori, al controllo e vigilanza del territorio, vi assicuro che il personale è impotente”.

Contattando l’Ente Gestore della Riserva è stato reso noto che sono presenti due accessi autorizzati secondari alla Riserva, uno dalla parte di Canicattini Bagni e uno dalla Carrubbella un paio di chilometri più in alto rispetto all’entrata principale. Entrambi però non consentono di arrivare fino ai laghi. L’Ente ha ribadito che la Riserva è stata chiusa anni fa a causa di vari incendi che hanno reso inagibile la zona, assicurando che si starebbe adoperando affinché l’area venga riaperta al più presto.

Al momento dunque, non è dato sapere quando, questa meraviglia naturalistica della Sicilia, verrà riaperta in sicurezza. Per il resto, non resta che confidare nel buon senso dei visitatori ed evitare che, scene come quelle immortalate da queste immagini non si ripetano in futuro sperando che, nel frattempo, chi di dovere raccolga l’appello di chi chiede maggiore sicurezza e controllo dell’area.

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