Coldiretti: “Crollano gli alimentari in Italia: il 38% rinuncia al pesce”
E’ stata pubblicata l’analisi della Coldiretti sui dati Istat sulla produzione industriale a ottobre. L’alimentare sarebbe crollata in Italia, facendo segnare una riduzione del 4% rispetto al periodo dell’anno precedente, pari a quasi il triplo del totale della produzione industriale. Il calo si è registrato anche su base trimestrale: -0,5%.
“Una frenata preoccupante nella preparazione delle scorte per le tavole del Natale in cui tradizionalmente si verificano i valori più elevati di consumi alimentari di tutto l’anno. Si tratta del risultato delle difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari mettono meno prodotti nel carrello ma è anche il segnale dei problemi della filiera produttiva alle prese con l’esplosione dei costi dell’energia e delle materie prime” sottolinea la Coldiretti.
“L’inflazione svuota infatti le tavole del 47% delle famiglie italiane, costrette a tagliare le quantità di cibo acquistato a causa dei rincari nel carrello della spesa, sulla base dell’indagine Coldiretti/Censis. Se si considera la fascia di popolazione a basso reddito, la percentuale di chi riduce la quantità del cibo sale addirittura al 60%. Accanto a chi è stato costretto a mettere meno prodotti nel carrello per far quadrare i bilanci familiari, c’è poi un 37% di italiani che preferisce addirittura risparmiare sulla qualità (il 46% nel caso dei bassi redditi). Peraltro, oltre sei italiani su dieci tra coloro che tagliano gli acquisti sono convinti che questa situazione durerà almeno per tutto il 2023“.
Nella classifica dei prodotti più colpiti ci sono al primo posto gli alcolici. Il 44% degli italiani ha detto addio del tutto o anche solo parzialmente. Al secondo posto i dolci, tagliati in quantità dal 44%, mentre al terzo ci sono i salumi ai quali ha rinunciato il 38,7% dei cittadini, subito davanti al pesce (38%) e alla carne (37%).
Il carovita ha porta anche ad una riduzione degli acquisti di alimenti per bambini, con il 31% di persone che ne acquista di meno. In situazione di difficoltà i meno colpiti sono alcuni prodotti base della dieta mediterranea come frutta (tagliata del 16% dei consumatori), verdura (dal 12%) e pasta (dall’11%).
L’intera filiera agroalimentare è sotto pressione a partire dall’agricoltura dove si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma aumenti, continua la Coldiretti, riguardano anche l’alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.