Commercio illegale tonni, Wwf: Urge stop, giro da 12 milioni
“Un’azione più decisa e urgente” da parte dell’Unione europea e dei paesi coinvolti nella pesca del tonno. E’ l’appello lanciato dal Wwf alla vigilia del prossimo incontro della Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tunnidi Atlantici (ICCAT) che si aprirà il 12 novembre a Dubrovnik in Croazia, dove le 51 parti contraenti, compresi UE, USA e Giappone, si incontreranno per concordare quote di pesca e misure di gestione per tonni e squali.
Prima di decidere qualunque futuro aumento delle quote di pesca, esorta il Wwf, l’Ue e le altre nazioni dedite alla pesca devono mettere in atto controlli severi e applicare sanzioni pesanti contro le società fraudolente affinché venga smantellato il commercio illegale, che ha portato a livelli record di sovrapesca, minacciando varie specie di tonni, tra questi il pregiatissimo tonno rosso, il cui commercio illegale appena scoperto nel Mediterraneo attiva un giro di 12 milioni di euro.
Fallire nella repressione o modificare il piano di recupero attuale, avverte l’Ong ambientalista, potrebbe minacciare il recupero delle specie di tonno.
Il WWF è anche seriamente preoccupato per l’alto livello di sovrasfruttamento dei tonni tropicali che secondo gli scienziati rischia di far crollare lo stock della specie “tonno obeso” entro il 2033. Negli ultimi due anni le catture di tonno obeso sono aumentate del 20% rispetto a quanto concordato nel piano di recupero dell’ICCAT. Anche i limiti di cattura per il tonno pinna gialla sono stati regolarmente superati, minacciando la salute dello stock. Nel 2016 sono state catturate circa 150.000 tonnellate di pinna gialla, un livello stimato essere del 36%superiore alla quota legale.
Il WWF chiede inoltre all’ICCAT di bandire la pratica del taglio delle pinne di squalo (finning), un divieto già messo in atto da altre istituzioni tra cui l’Ue: questa pratica provoca la morte di milioni di squali ogni anno.