Concessioni balneari, dal Senato l’ok per la proroga fino alla fine del 2024

E’ stato approvato ieri in Senato il decreto Milleproroghe. Il via libera è arrivato con 88 voti a favore e 63 contrari. Il testo è ora atteso alla Camera per essere convertito in legge entro il 27 febbraio. Tra i passaggi in Aula più delicati sicuramente quello sulle concessioni balneari. Dopo aspre discussioni, infatti, l’emendamento al Milleproroghe soppressivo delle norme sui balneari presentato dal senatore M5s Stefano Patuanelli è stato bocciato. Resta quindi la proroga delle concessioni per un anno.

La modifica più importante è sicuramente quella che proroga la validità delle attuali concessioni balneari al 31 dicembre 2024. La scadenza era stata fissata dal Governo Draghi al 31 dicembre 2023, prevedendo anche la possibilità, alle amministrazioni comunali, di espletare le gare entro il 31 dicembre 2024 in caso di difficoltà oggettive e motivate. Con l’attuale approvazione i due termini sono stati spostati al 31 dicembre 2024 e al 31 dicembre 2025.

All’interno della nuova norma, inoltre, si impone di istituire “presso la presidenza del consiglio dei ministri un tavolo tecnico con compiti consultivi e di indirizzo in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali […] composto da rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, del Ministero dell’economia e delle finanze, del Ministero delle imprese e del made in Italy, del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e del Ministero del turismo, da rappresentanti del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, del Ministro per gli affari regionali e le autonomie e del Ministro per gli affari europei, da un rappresentante delle regioni e da un rappresentante per ogni associazione di categoria maggiormente rappresentativa del settore. Il tavolo tecnico, acquisiti i dati relativi a tutti i rapporti concessori in essere delle aree demaniali marittime, lacuali e fluviali, elaborati ai sensi all’articolo 2 della legge 5 agosto 2022, n. 118, definisce i criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, tenuto conto sia del dato complessivo nazionale che di quello disaggregato a livello regionale, e della rilevanza economica transfrontaliera“.

Il rinvio al 2024 è stato giustificato con la necessità di effettuare una mappatura del demanio marittimo per verificare la quantità di spiagge in concessione e quella di litorali ancora liberi e concedibili per poter avviare nuove imprese.

La criticità principalmente mossa sui 2 emendamenti sulla proroga è legata alla sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che a novembre 2021 ha annullato la proroga delle concessioni fino al 2033, disposta dal primo governo Conte, proibendo qualsiasi ulteriore forma di rinnovo automatico agli stessi concessionari, poiché sarebbe in contrasto col diritto europeo e in particolare con la direttiva Bolkestein, e imposto la scadenza tassativa delle attuali concessioni al 31 dicembre 2023.

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