Concessioni balneari, la Regione pronta a una via d’uscita alla sentenza del Consiglio di Stato
L’estate è ormai alle porte. Ad arrivare puntuale non è soltanto la stagione rovente, ma anche i ritardi e gli inconvenienti che la Sicilia ormai è abituata a portarsi dietro come pesanti fardelli. Il tema delle concessioni balneari non riguarda la sola Isola e coinvolge tutto il Bel Paese. Le accese discussioni sulla proroga delle deroghe al 31 dicembre del 2024 si erano congelate, tranne poi tornare alla ribalta nelle ultime settimane con la sentenza del Consiglio di Stato. I giudici hanno così confermato la scadenza delle concessioni demaniali per le spiagge al 31 dicembre 2023, richiamando “ai principi della Corte di Giustizia Ue” per dare “immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale” e contestato il fatto che la risorsa spiaggia non sia scarsa, tesi invece sostenuta dal governo nella mappatura inviata a Bruxelles e portata a motivo della mancata applicazione della direttiva Bolkenstein.
Gli effetti per l’Isola dovrebbero essere attenuati.
Tecnicamente, infatti, spiegano dall’assessorato regionale al Territorio e ambiente, la Regione ha disposto un differimento e non una proroga. L’elemento di studio in questione dovrebbe mitigare l’effetto del problema.
A descrivere lo stato del quadro siciliano era stato il report Spiagge 2023 di Legambiente. Lo studio aveva lanciato l’allarme per l’avanzare dell’erosione costiera e del consumo di suolo, oltre che per il numero in costante aumento delle concessioni balneari. La Sicilia detiene più del 20% delle coste occupate da stabilimenti o non liberamente fruibili ed è la quarta regione italiane per numero complessivo di titoli rilasciati: 5.365. Di queste, circa tremila sarebbero scadute il 31 dicembre 2023 se non fosse intervenuto il decreto assessoriale. Attraverso quest’ultimo, infatti, la Regione si era allineata alla decisione nazionale contenuta all’interno del decreto Milleproroghe.
Intanto, alla notizia della sentenza del Consiglio di Stato, Legambiente Sicilia ha impugnato il decreto regionale: “Tale proroga è illegittima poiché si pone in aperta violazione delle norme europee e degli orientamenti giurisprudenziali formatisi in materia concessioni demaniali marittime, di tutela della concorrenza e dei diritti dei consumatori, nonché in materia di tutela dell’ambiente. Legambiente al contempo ricorda che in Sicilia è ulteriormente urgente dare seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 108 del 5 maggio 2022, con cui è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 3 della legge regionale n. 17 del 21 luglio del 2021, che per un periodo ha consentito di rilasciare le concessioni demaniali marittime in assenza o senza la preventiva verifica di coerenza con le previsioni dei Piani di Utilizzo delle aree demaniali marittime“.
Proprio i Pudm, che definiscono finalità e usi per ogni singola area della fascia costiera, restano una delle questioni più spinose. L’approvazione del Piano è il primo requisito per mettere a bando i lotti, lo strumento necessario per la gestione del litorale cittadino, sia per quanto concerne la fruizione pubblica che la gestione privata. Ad agosto dello scorso anno erano settanta i Pudm pervenuti al dipartimento del Territorio, mentre erano trenta i Comuni siciliani inadempienti. Appare dunque più complicato del previsto riuscire a tracciare una mappatura precisa delle coste. Legambiente Sicilia è tornata a chiedere “l’immediata attuazione dell’articolo 6 della legge regionale 32 del 2020 nella parte in cui prevede che l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente provveda a commissariare i Comuni che non hanno redatto e adottato il Pudm entro il termine ultimo del 30 giugno 2021″.
Le parole del presidente Tommaso Castronovo non sono però piaciute ad Antonio Firullo, concessionario del Demanio Marittimo della Sicilia e presidente dell’Associazione Turistica Balneare Siciliana, che ha chiarito (CLICCA QUI PER IL DOCUMENTO INTEGRALE) come “la Commissione Europea non ha mai preteso bandi di gara, né una scadenza delle nostre concessioni ma “chiede” esclusivamente una “evidenza pubblica” senza, però, dare indicazioni sulle modalità per essere applicata. Posto che per legge “l’evidenza pubblica” è d’obbligo solo per il rilascio di una nuova area, certamente non per le concessioni già esistenti, affermo che quanto sopra è anche oggetto di risposta alla nostra Associazione da parte dell’Ufficio competente della Commissione Europea a Bruxelles. Ed ancora, mi permetto di chiarire un passaggio importante per gli amici di Legambiente Sicilia che, nel caso di bandi nelle nostre aree in concessione, non ci sarà una spiaggia libera come sperano di ottenere. Resta, comunque, un mistero il motivo dell’impugnativa presentata da Legambiente Sicilia al Presidente della Regione contro il Decreto Assessoriale che ha prorogato le nostre concessioni al 31.12.2024. Un Decreto che non ha nulla a che fare con l’ambiente. Nel caso di un bando delle nostre aree, ci troveremo di fronte a dei cambi di gestione dell’area in concessione, con una nuova struttura a nome di altre persone o di altre ditte, peggio ancora, di multinazionali che, al contrario, sconvolgeranno l’ambiente esistente“.
Anche in merito alla stesura dei Pudm, Firullo è tornato sulla richiesta di Legambiente di attuare l’articolo 6 della L.R. n.32 del 2020 che obbliga il commissariamento dei Comuni Costieri inadempienti per la redazione dei Pudm entro il 30 giugno 2021. “Fermo restando che nel frattempo alla sopra detta scadenza è sopraggiunta l’emergenza covid, comunque, i commissariati sono stati nominati già da tempo dall’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente, ed hanno redatto i Piani in sostituzione ai comuni. Il problema è soltanto il lungo e laborioso iter di approvazione dei Pudm, non altro“.
“Chiedete – ha aggiunto – “l’immediata attuazione della Sentenza della Corte Costituzionale 108/2022 sullo stop al rilascio di nuove concessioni in assenza dei Pudm”. Una richiesta inutile, superflua, direi, essendo valide in Sicilia le richieste di rilascio di Autorizzazioni di breve durata per 90 giorni, non previste nei Pudm dei Comuni Costieri anche se approvati“. Firullo ha terminato sottolineando come i balneari della Sicilia nel mondo non siano “secondi a nessuno, abbiamo le coste più belle e dato loro un cuore e non lasceremo che i nostri sacrifici, di tante famiglie, rischiano di essere vanificati per un volere di chi pretende una “giustizia” che già rispettiamo. Non mi risulta neanche che il Governo Regionale, tanto meno quello Nazionale, è in difficoltà nonostante i Giudici del Consiglio di Stato“.