Confindustria: “Economia del mare strategica per la crescita del Paese”
“L’Economia del Mare è uno dei driver strategici per la crescita del Paese”.
Lo sottolinea Confindustria nel suo rapporto ‘Progetto Mare’, in cui ha elaborato una serie di proposte su governance, riforme e semplificazioni amministrative, politiche industriali orientate alla transizione energetica e digitale, sviluppo infrastrutturale e intermodale, riqualificazione e rilancio della portualità turistica e sviluppo della filiera ittica.
Secondo gli studi della Commissione europea (The EU Blue Economy Report 2021), l’Italia nel 2018 vanta complessivamente per l’intero comparto un’occupazione di quasi 530 mila unità, un fatturato di 82,2 miliardi di euro, un valore aggiunto di 23,8 miliardi, profitti lordi per 10,7 miliardi e investimenti per 2,4 miliardi, fa presente Confindustria.
Tra le proposte messe sul tavolo, l’associazione degli industriali suggerisce l’istituzione di un “Ministero del Mare” in modo da valorizzare la “Risorsa Mare”; quindi riformare il Codice della Navigazione e adottare il regolamento attuativo del Codice della Nautica; ridurre gli oneri amministrativi sulle navi battenti bandiera italiana; costituire un “effettivo level playing field” della navalmeccanica europea per “eliminare il dumping” strutturale da parte dei “paesi dell’Asia orientale” attraverso una regolamentazione dei “sussidi esteri” e l’utilizzo dei “sostegni pubblici europei”. E ancora: condividere in sede Imo (Organizzazione Marittima Internazionale) la normativa ambientale; definire un’unica cornice regolatoria e introdurre driver tecnologici standardizzati per la digitalizzazione della filiera logistica portuale; elaborare una politica industriale dedicata al settore; applicare il “modello Genova”, laddove possibile, anche per le opere portuali.