Confitarma: “Ecco le nuove sfide della portualità italiana”
Dopo il saluto introduttivo di Giorgio Berlingieri, Presidente AIDIM – Associazione di Diritto Marittimo, Elda Turco Bulgherini, Presidente AIDIM – Comitato Romano, ha moderato la Tavola Rotonda “Le nuove sfide della portualità italiana”, organizzata il 17 dicembre, a Roma nella Sala Antonio d’Amico, presso la sede di Confitarma.
Luca Sisto, Direttore Generale di Confitarma, ha ribadito l’esigenza di acquisire consapevolezza del ruolo marittimo del nostro Paese “l’Italia è un Paese Marittimo: crescita, benessere e sviluppo sono legati al mare in modo indissolubile. Inoltre, la tutela dei nostri interessi strategici passa attraverso il Mediterraneo allargato, area di innegabile valenza per il nostro Paese e snodo strategico per la regione euroatlantica. È quindi nostro interesse primario sfruttare le opportunità offerte dai crescenti interessi internazionali a vantaggio dei nostri porti nonché del nostro sistema economico. Da qui l’esigenza che il nostro Paese punti concretamente a riacquistare la propria influenza e il proprio ruolo di leadership nel Mediterraneo. Infatti, la concorrenza tra Northern Range e Southern Range vede nei porti del sud Europa forti svantaggi dovuti alla presenza di inadeguate infrastrutture di collegamento con i centri del commercio europeo e l’inefficienza del sistema logistico portuale inducono le aziende a prediligere i porti nordeuropei. Ad esempio, il Porto di Rotterdam dal 1° gennaio al 31 ottobre ha movimentato più merci di tutti i porti italiani messi insieme nel corso dell’intero anno. La mancanza di diversificazione dei servizi tra porti nazionali distanti pochi chilometri l’uno dall’altro porta ad un gap di competitività che non trova soluzione. I porti sono parte integrante della logistica moderna ed hanno manifestato la loro resilienza nel periodo pandemico. Ora i segnali di ripresa devono essere accompagnati da investimenti volti a rafforzare la competitività dei porti italiani. PNRR e Fondo complementare pongono obiettivi ambiziosi e stimolanti anche per la transizione ecologica e digitale della portualità italiana”.
Francesco Beltrano, Capo Servizio Porti e Infrastrutture di Confitarma, ha rilevato che “La portualità italiana, nel breve termine, dovrà affrontare due importanti sfide anche sul fronte dei servizi: la prima è lo svolgimento delle gare europee per l’affidamento del servizio di rimorchio in molti porti nazionali. La seconda riguarda l’applicazione del D.lgs. 197/2021 di recepimento alla Direttiva europea 883/2019 in materia di impianti portuali per la raccolta dei rifiuti delle navi. L’auspicio è che tale decreto possa essere l’opportunità per razionalizzare il settore del ritiro rifiuti assicurando omogeneità applicativa a livello nazionale e una maggiore competitività dello stesso”. In merito alla rappresentatività degli stakeholders in seno alle Commissioni consultive e agli Organismi di partenariato della risorsa mare, istituite presso le Autorità di sistema portuale, Francesco Beltrano ha affermato che “la presenza degli armatori nazionali dovrebbe essere sempre garantita affinché, sulle questioni marittimo-portuali affrontate in tali sedi, la loro voce possa essere ascoltata.”
Secondo Sergio Prete, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, sono numerose le sfide che la portualità italiana oggi deve affrontare. Innanzitutto, quelle riferibili alle misure europee (Green Deal, Recovery Fund, Next Generation EU).
“Da questo punto di vista i settori su cui tali strumenti si sono maggiormente concentrati sono quelli dell’innovazione tecnologica e della transizione ecologica. Questi due ambiti rientrano nel concetto più ampio dei “Porti Verdi” e, quindi, dell’obiettivo per i porti comunitari di adeguarsi alla politica europea di abbattimento e graduale eliminazione delle fonti inquinanti, grazie anche ad una innovazione spinta ed una adeguata infrastrutturazione sostenibile. In Italia, quella del PNRR, che ha destinato numerosi fondi per la digitalizzazione e innovazione, per la transizione ecologica e per l’inclusione sociale, è una sfida che i porti italiani stanno affrontando e che li vede impegnati in un percorso che dovrebbe portare al raggiungimento degli obiettivi attesi in un periodo di tempo di breve-media durata. Un’altra importantissima sfida è quella relativa alla procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea con riferimento alla tassazione delle attività di impresa svolta dagli enti portuali italiani. In attesa della decisione relativa al ricorso proposto da Assoporti e da tutte le Autorità di Sistema Portuale, al momento non è ancora individuabile quello che potrebbe essere lo scenario futuro”.
Infine, secondo il Presidente Prete, occorre tener conto anche delle innumerevoli sfide che “sebbene connotate dall’attualità, non possiamo considerare come nuove in quanto riferite a questioni più o meno datate. Il Piano Nazionale Strategico della Portualità e della Logistica (PNSPL) del 2015 aveva effettuato una fotografia dello stato della portualità italiana individuando le azioni da mettere in campo, delle quali solo alcune sono state intraprese impattando negativamente sul raggiungimento degli obiettivi prefissati”. Il Capitano di Vascello (CP) Massimo Seno, Capo Reparto Affari Giuridici e Servizi d’Istituto Comando Generale Capitanerie di Porto, ha sottolineato l’importante ruolo svolto dal Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera che, grazie alle sue caratteristiche di trasversalità, flessibilità e capillarità, assicura in maniera organica e armonica innumerevoli funzioni in campo ambientale, marittimo e portuale. “I comandi territoriali distribuiti lungo le coste italiane sono titolari di responsabilità nei diversi momenti decisionali e di governance dei sistemi portuali, costituendo un elemento di equilibrata regolazione e controllo delle molteplici attività che convivono all’interno dei porti. In particolare, le Capitanerie di porto presidiano la sicurezza che rappresenta un elemento qualificante per il complesso sistema economico marittimo-portuale”.