Coronavirus, pesca in crisi: “Sia attivato un fondo di solidarietà”

Tra i numerosi settori in crisi profonda a causa dell’emergenza epidemiologica Covid-19, c’è anche quello della pesca. Un comparto che, ancora oggi, nella provincia di Catania è fortemente rappresentato da una flotta consistente di grandi e medie imbarcazioni nel porto della città capoluogo e negli approdi di Ognina, Aci Trezza, Santa Maria La Scala e Riposto.

Oltre duecento barche ferme ed equipaggi a terra, per un totale di circa 600 operatori che hanno dovuto fare i conti, soprattutto, con la chiusura dei mercati al dettaglio ed un vistoso calo delle vendite in numerose attività commerciai, come spiega il segretario territoriale della Ugl, Giovanni Musumeci.

Seppur annoverato tra i beni di prima necessità, il pesce è stato tra quelli meno commercializzati e, di conseguenza, gran parte degli armatori e pescatori professionisti hanno preferito e continuano a privilegiare la scelta di rimanere a terra, per evitare che i costi diventino superiori ai ricavi e che i prodotti ittici restino invenduti. Intanto – spiega Musumeci – nei giorni scorsi con il segretario Ugl SiciliaGiuseppe Messina, abbiamo salutato con favore l’approvazione da parte della Giunta regionale di un articolo che, nella Legge di stabilità 2020, sostiene il fondo di solidarietà della pesca e dell’acquacoltura con 10 milioni di euro“.

“Si tratta di un primo passo per aiutare la filiera – prosegue il segretario territoriale –, che coinvolge anche numerose ditte titolari di licenza per pescaturismo il cui segmento di mercato è del tutto fermo. Per questo con il nostro segretario regionale auspichiamo che, adesso, l’Assemblea regionale siciliana, da sempre particolarmente vicina al mondo della pesca, dia l’ok senza indugio alla norma e, di pari passo, ci auguriamo venga convocata presto l’apposita Commissione consultiva regionale per la definizione delle modalità di erogazione di questi aiuti economici alle imprese ed alle cooperative”.

“Per quanto concerne l’area metropolitana di Catania – conclude Musumeci -, come Ugl etnea chiediamo alle amministrazioni dei Comuni dove si trovano mercati per la vendita del pesce di individuare le iniziative più opportune, ed in tutta sicurezza, per far ripartire la vendita e ridare così una boccata d’ossigeno a tante famiglie che attendono di poter tornare a lavorare.”

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