Digital marketing 2023: il palinsesto infinito dei social

di Giuseppe Miccoli
Il nuovo anno si apre con una certezza: il marketing digitale non conosce tregua. La rassegna n.138 di Communication Village, pubblicata il 6 gennaio 2023, raccoglie previsioni e strategie che, più che anticipare il futuro, raccontano l’ossessione permanente delle piattaforme: trasformare ogni gesto in contenuto, ogni contenuto in merce, ogni merce in attenzione.
Il 2023, secondo gli analisti, sarà un anno di ulteriore consolidamento del social media marketing, con un focus preciso: produrre video brevi, dinamici, virali. Non a caso, l’accento cade su YouTube Shorts, la risposta di Google all’ascesa di TikTok. Brevi sequenze che devono catturare l’utente in pochi secondi, condensando creatività e call to action in un tempo minimo. Qui il marketing incontra l’arte dell’istante: se non conquisti subito, sei fuori dal flusso.
Sul versante opposto, Instagram continua a dominare la scena delle strategie di branding. La piattaforma, ormai ibrido tra vetrina e mercato, si conferma il luogo in cui i brand cercano legittimazione estetica e autorevolezza. La rassegna offre consigli su come ottimizzare l’advertising e utilizzare al meglio le funzioni native, dalla programmazione dei contenuti fino alla gestione degli hashtag. Nulla è lasciato al caso: persino la scelta di una parola preceduta dal cancelletto diventa materia di strategia.
Il punto centrale è la creazione di video coinvolgenti: non basta più mostrare un prodotto, occorre raccontare una storia, generare empatia, costruire un’esperienza che l’utente percepisca come propria. È la logica del “content first”: prima il racconto, poi l’acquisto. Ma quanto è autentico questo racconto se nasce dentro una logica di performance, calcolata su metriche e algoritmi? La rassegna, pur senza dichiararlo, lascia intravedere il paradosso: l’emozione diventa una KPI, il sentimento un indicatore di performance.
Uno dei passaggi più interessanti riguarda il confronto tra Reels di Instagram e TikTok. Due linguaggi simili, due universi diversi. I Reels cercano di trattenere gli utenti nella piattaforma di Meta, riproducendo dinamiche nate altrove; TikTok, invece, rimane il modello originario, capace di dettare tempi, ritmi e format. La domanda è inevitabile: conviene investire più su Instagram, con la sua base trasversale, o su TikTok, che cattura in particolare le nuove generazioni? La risposta dipende dagli obiettivi, ma il messaggio è chiaro: nessuna azienda può permettersi di ignorare questa sfida.
A ben guardare, la rassegna di gennaio non è soltanto un manuale tecnico, ma il riflesso di una condizione culturale. Il digital marketing è diventato un palinsesto infinito, un flusso che richiede presenza costante, aggiornamenti quotidiani, strategie in tempo reale. Non si tratta più di campagne isolate, ma di una narrazione perpetua, in cui il brand deve occupare ogni spazio disponibile, dal feed al carosello, dalla story al video breve.
Il rischio, evidente, è che questa produzione incessante soffochi la possibilità di un contenuto realmente libero, sganciato dalle metriche. Ma forse è proprio questa la lezione implicita della rassegna: nel 2023 non esiste più comunicazione che non sia, in qualche modo, marketing. E i social, con la loro capacità di trasformare tutto in merce, non fanno che ricordarcelo.