Donne e pesca: lo studio Fao tra ruoli, sfide, opportunità e pregiudizi

Sono solo un terzo del comparto ma le donne del settore pesca costituiscono una risorsa molto importante. E’ questo quanto emerge dai dati del nuovo studio pubblicato dalla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (Gfcm) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), in collaborazione con la Divisione Pesca e Acquacoltura della Fao.

Ciò che emerge è che i pregiudizi persistenti indicano che queste cifre probabilmente sottostimerebbero il reale contributo delle donne alle economie delle comunità di pescatori costieri. La pubblicazione mira a portare la questione dell’uguaglianza di genere nella pesca in primo piano nelle discussioni chiave e offrire ai politici un quadro da cui partire.

Le prime stime complete in assoluto del contributo delle donne alla pesca in tutta la regione del Mediterraneo e del Mar Nero sono integrate da analisi qualitative basate su interviste a informatori chiave condotte con persone provenienti da cinque paesi diversi che rappresentano una varietà di contesti di pesca nell’area di applicazione della Cgpm. Queste conversazioni con pescatori, gestori della pesca, ricercatori ed esperti di genere, gli individui con maggiore esperienza e maggiore interesse in questa questione, hanno fatto emergere vari temi che sono diventati la base per una serie di azioni raccomandate alla Cgpm e ad altri decisori nel settore.

Le donne agirebbero soprattutto dietro le quinte. I dati sul contributo delle donne alla pesca, infatti, sono limitati in tutto il mondo, poiché spesso svolgono compiti per sostenere le imprese di familiari. Le donne rappresentano il 38% dell’occupazione regionale nella fase post-raccolta, rispetto al 16% e al 10% rispettivamente nelle fasi pre-raccolta e nel settore del raccolto. L’occupazione femminile è maggiore nel segmento della pesca industriale che in quello della pesca su piccola scala, anche se questa cifra probabilmente sottostima l’occupazione femminile nel settore su piccola scala, soprattutto nei lavori non basati sulle navi, data la mancanza di una raccolta sistematica di dati su questo tipo di attività.

 

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