“Dopo quasi vent’anni dotiamo la Sicilia di una legge sulla pesca moderna, articolata, attenta alla marineria e alle attività sportive, sensibile alle esigenze ambientali e adatta a rilanciare un settore produttivo purtroppo trascurato nel passato. Ringrazio tutti i gruppi parlamentari per il lavoro svolto in un clima di grande responsabilità”.
Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci esprime così la propria soddisfazione per l’approvazione all’unanimità a Sala d’Ercole del disegno di legge “Norme per la salvaguardia della cultura e delle identità marine e per la promozione dell’economia del mare. Disciplina della Pesca Mediterranea in Sicilia” (relatore e primo firmatario, il vice presidente della commissione Attività produttive Michele Catanzaro). Un testo composto da 42 articoli suddivisi in 9 capi che è stato presentato dal governo regionale.
La legge, di fatto, va a normare le diverse attività legate all’economia del mare e all’indotto che intorno ad esso ruota con l’obiettivo di modernizzare, innovare e valorizzare le attività degli imprenditori ittici, favorendo la pesca turismo, l’ittiturismo e la vendita diretta. Ma non solo: la nuova normativa ha tra le proprie finalità lo sviluppo delle infrastrutture di filiera come i mercati del pescatore, i mercati ittici, i porti e i luoghi di sbarco, da realizzare attraverso la costituzione di una “Rete di Coordinamento dei comuni marinari siciliani”, preservando il patrimonio culturale di borghi marinari, tonnare fisse, barche da pesca tradizionali come le feluche, e il sostegno delle relazioni e della cooperazione transfrontaliera mediterranea. Ampio spazio è dedicato anche alla sostenibilità ambientale e ai Piani di Gestione, ovvero a tutte quelle norme che disciplinano come e dove i pescatori possono svolgere la propria attività, la tipologia degli attrezzi da pesca nonché i periodi nei quali è concessa. E’, inoltre, prevista l’istituzione del “Registro delle identità della Pesca Mediterranea e dei Borghi Marinari”, che sarà tenuto dal dipartimento regionale della Pesca Mediterranea e avrà l’obiettivo di identificare, documentare e classificare i saperi e le conoscenze marinare al fine di salvaguardarle dal rischio estinzione.
Tra le novità introdotte, anche “Le Strade e le Rotte del Tonno rosso”, itinerari turistici che coinvolgeranno, tra l’altro, musei del mare e aree marine protette. Spiccano, poi, alcune iniziative come l’intitolazione dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo a Giovanni Tumbiolo, soprannominato “Ministro del Mediterraneo” e ideatore del Cluster della Pesca, per la sua straordinaria capacità di relazione, intermediazione e diplomazia tra la Sicilia e i Paesi del Mediterraneo mentre tra le norme più significative va segnalata, senz’altro, quella che introduce un “fondo di solidarietà regionale della pesca e dell’acquacoltura”, destinato ai familiari alle imprese di pesca e alle aziende di acquacoltura, colpite da naufragi e danni, legati al maltempo e alle avversità meteo marine.
“Si tratta di una norma che esce ulteriormente arricchita dal passaggio parlamentare con un articolo che è stato oggetto di particolare attenzione e approfondimento nelle fasi preliminare all’arrivo in parlamento – afferma l’assessore per la Pesca Mediterranea, Edy Bandiera -. Con questa ulteriore norma, infatti, consentiamo alle imprese di pesca e alle aziende del settore di potere ripartire dopo accadimenti che di fatto ne ostacolerebbero ogni opportunità”.
“Con grande orgoglio, a nome di Forza Italia, affermo che finalmente, dopo diciotto anni, la Sicilia ha una legge che tutela appieno il comparto della pesca. Con l’approvazione in Aula di tale della Legge, abbiamo scritto una pagina importante a tutela delle tradizioni e dei saperi del mare, perché si regolamentano le attività legate all’economia marinara, proiettandole verso il futuro, puntando sull’innovazione. Oltre alla pesca professionale, sarà favorito l’ittiturismo e la vendita diretta, contribuendo a sviluppare una filiera che dal pescatore, i mercati ittici e i porti, arriva al consumatore”. A riferirlo è il Presidente della Commissione Attività Produttive, Orazio Ragusa, il quale ha “contribuito al buon esito dei lavori, garantendo in Commissione un clima volto al dialogo, che in tempi celeri ha consegnato al Parlamento una norma approvata all’unanimità”.
“Finalmente in Sicilia una legge per regolamentare il settore ittico. Introdotto inoltre un fondo di solidarietà regionale della pesca e dell’acquacoltura destinato alla concessione di contributi alle imprese colpite da calamità naturali e avversità meteo marine, così come recentemente è stato interessato l’impianto di itticoltura ‘Acqua azzurra’ di Pachino, dove mi sono recata la settimana scorsa insieme al direttivo del movimento sociopolitico CambiaMenti”. Così in una nota esprime soddisfazione la deputata di Forza Italia all’Ars, Rossana Cannata. “La pesca – continua la Vicepresidente dell’Antimafia – è un settore trainante in Sicilia e, dopo 18 anni di silenzio normativo, abbiamo finalmente un testo, di cui ho seguito l’iter in terza Commissione, che tutelerà e valorizzerà l’identità e la specificità della pesca mediterranea, promuovendo le attività legate all’economia del mare”. “Un sistema di norme chiaro – conclude la Componente della commissione Ue – per salvaguardare i nostri pescatori, i nostri apprezzatissimi prodotti ittici, per preservare il patrimonio culturale dei borghi marinari, delle tonnare fisse, modernizzare e innovare le imprese ittiche, consentendo lo sviluppo delle infrastrutture di filiera”.
“Soddisfazione ed apprezzamento per l’approvazione della disegno di legge sulla pesca siciliana”. Li esprime Carmelo Pullara, parlamentare dei Popolari ed Autonomisti all’Ars, che sottolinea come “il voto di oggi pomeriggio consegna finalmente ad un settore da troppo tempo in crisi un nuovo strumento di programmazione e diversificazione delle attività”. Per il parlamentare regionale, “in particolare con le norme in materia di tutela delle tradizioni culturali della pesca e l’istituzione delle strade del tonno rosso, si darà vita ad itinerari culturali con lo scopo di valorizzare i paesaggi, gli ambienti e gli strumenti legati alla tradizione della pesca di tale specie di pesce”. “Altrettanto importante è l’aver finalmente regolamentato le attività di pesca professionale, in cui rientrano il pescaturismo e l’ittiturismo, e le attività connesse e collaterali, che insieme formano il cosìddetto “turismo azzurro”, dando così vita a nuovi spunti imprenditoriali che contemplano la perfetta simbiosi tra natura e turismo.” “Da tanti anni – conclude Pullara – le marinerie siciliane attendevano una sana regolamentazione che potesse dare risposte alle legittime istanze. Istanze ovviamente non del tutto affrontate in sede regionale, come le quote tonno che da anni penalizzano le marinerie siciliane e che dovranno risolversi a livello comunitario“.