Eolico offshore, scelti i due poli italiani: c’è anche Augusta

centrale eolica offshore gela

Saranno Augusta (Siracusa) e Taranto i due poli italiani dell’eolico offshore, dove verranno costruite le piattaforme galleggianti per le turbine. Civitavecchia (Roma) e Brindisi ospiteranno attività di supporto ai due poli. Lo prevede il decreto interministeriale dei ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dell’Economia che è stato trasmesso alla Ragioneria di Stato, e visionato dall’Ansa.

La creazione di due poli nell’Italia meridionale per la costruzione delle pale eoliche galleggianti era stata prevista dal Decreto Energia del 2023. Fra le autorità portuali che si erano candidate, Augusta e Siracusa sono state considerate le più adatte, mentre Civitavecchia e Brindisi sono state giudicate idonee ad attività accessorie.

LE PAROLE DEL PRESIDENTE SCHIFANI

Esprimo grande soddisfazione per la scelta del governo nazionale che conferma la validità della proposta avanzata dalla Regione. La decisione è il risultato di un dialogo costruttivo con tutte le Autorità portuali della Sicilia, che hanno individuato in Augusta la località più idonea per ospitare questo importante Polo strategico. Già questa mattina, a Roma, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin mi aveva anticipato informalmente la notizia, riconoscendo l’impegno del mio governo nella pianificazione e nella valorizzazione delle infrastrutture portuali. La creazione di un Polo per l’eolico offshore ad Augusta rappresenta una straordinaria opportunità per lo sviluppo economico e occupazionale della Sicilia. Ringrazio tutte le istituzioni e gli attori coinvolti per aver contribuito a questo importante traguardo. Nel corso dell’incontro con il ministro abbiamo affrontato anche il tema del ruolo della Regione nei procedimenti autorizzativi relativi proprio agli impianti eolici marini galleggianti, dopo il ricorso presentato in Corte costituzionale contro il provvedimento governativo che ci esclude dal poter dare un parere preventivo, coinvolgendo i territori e le categorie produttive per una pianificazione condivisa e sostenibile“.

IL DECRETO

Il decreto indica le quattro aree portuali di Sicilia, Puglia e Lazio come quelle adatte ai cantieri per la costruzione delle piattaforme galleggianti per le turbine. Si tratta di scafi da migliaia di tonnellate, che verranno ancorati ai fondali del Mediterraneo meridionale. Questi sono troppo profondi perché i pilastri che sorreggono le pale vengano piantati direttamente sul terreno, come avviene nel Mare del Nord.

Il decreto indica anche gli interventi da svolgere nei quattro porti per adattarli alla produzione per l’eolico offshore. Si tratta di ammodernamenti e ampliamenti delle banchine e degli spazi a terra. Secondo le stime di Aero, l’associazione delle imprese dell’eolico offshore, già nel 2028 potrebbe partire la produzione delle piattaforme galleggianti, e nel 2030 si potrebbero avere le prime unità pronte.

Al momento, in Italia 4 progetti di eolico in mare hanno già ottenuto la Valutazione di impatto ambientale positiva dal ministero dell’Ambiente: Trapani (250 Megawatt flottanti), Barletta (1,1 Gigawatt flottanti), Rimini (330 Mw sul fondale), Ravenna, (600 Mw sul fondale).

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