Estate 2024, vacanze con tariffe più salate: calano gli italiani, ma aumentano gli stranieri
Sono stati pubblicati i numeri previsti dall’Osservatorio Panorama Turismo – Mare Italia di Jfc. Quest’anno sarà “un’estate al mare, stile balneare” ma con tariffe più salate (+7,9% rispetto al 2023) e un calo di presenze italiane, in parte ripianato dall’incremento di stranieri.
Su un totale di 407 milioni di presenze nel comparto balneare (-1,1% sull’estate 2023 e -1,2% sul 2019) quelle italiane saranno 312 milioni 511mila con un calo del 4,4% e quindi una perdita di 14 milioni 511mila sul 2023. Al contempo le presenze straniere toccheranno i 94 milioni 513mila con un +11,6% (cioè 9 milioni 823mila) sul 2023.
Per l’estate 2024 le previsioni indicano un fatturato, per il comparto balneare nazionale nella sua complessità, pari a 33 miliardi 191milioni di euro in sostanziale stabilità (+0,4%) rispetto alla stagione estiva 2023 e in aumento del 4,2% rispetto alla stagione estiva 2019 (quindi in epoca pre-Covid). “È importante considerare – spiega Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc e dell’Osservatorio – che tali incrementi di fatturato non sono lineari con l’aumento dei prezzi della vacanza, a significare come vi sia, da parte dei nostri connazionali e anche degli ospiti stranieri, una più forte attenzione alla spesa“.
Nello specifico, per l’estate 2024 si prevede un fatturato così ripartito: quello generato dalla clientela italiana sarà di 23 miliardi 707 milioni con un decremento del 4,2% sui dati consuntivi dell’estate 2023. Il fatturato generato dalla clientela straniera sarà di 9 miliardi 484 milioni di euro, con un incremento del +14,3% sui dati consuntivi dell’estate 2023.
Calano le presenze italiane sui lidi italiani (312 milioni 511mila con un -4,4% sul 2023), ma non la voglia di sole, mare e vacanze, secondo le previsioni dell’Osservatorio. Ma dove andranno per le proprie vacanze estive gli italiani? “È la risposta a tale quesito quella più interessante ma non certo estremamente positiva per la nostra economia turistica – spiega Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc e dell’osservatorio – . Infatti, dalla rilevazione a livello nazionale emerge come vi sia un incremento dei viaggi estivi degli italiani, ma anche come l’aumento dei flussi turistici si riferisca in prevalenza verso destinazioni balneari straniere, con Grecia, Spagna ed Albania a farla da padrone”.
Al contrario in Italia le destinazioni balneari segneranno indicatori altalenanti sia tra le località degli stessi ambiti balneari come pure tra le varie settimane, rendendo ancora più complessa l’attività degli operatori della filiera. “Con un allarme rosso – dice ancora Feruzzi – che è quello del mese di agosto, che rischia di non essere più il classico mese delle ‘vacanze degli italiani’: troppo alti i prezzi, pienone solo dal 9 al 18 agosto e soggiorni sempre più brevi in questo mese, con una durata media che si riduce di ben 2,1 notti“.
Per il secondo anno consecutivo aumenta la spesa che i nostri connazionali dovranno sostenere per poter trascorrere una vacanza al mare. Secondo l’Osservatorio costerà in media il 7,9% in più rispetto alla scorsa estate: +7,4% nell’hospitality con picchi del +14,1% nell’extralberghiero, +4,9% nei servizi di spiaggia, +6,2% nella ristorazione, +11,9% nei costi del viaggio, +9,3% nelle spese per lo svago (visite, escursioni, divertimento, parchi tematici, etc), +8,8% negli altri consumi (bar, gelaterie, etc). Un incremento sostenuto, comunque inferiore alla crescita dei prezzi che era stata rilevata la scorsa estate, quando l’incremento medio ha toccato quota 12,6%. È interessante vedere gli incrementi applicati dai vari settori nell’ultimo biennio, quindi nelle estati 2023 e 2024: rispetto all’estate 2022 si deve pagare il +20,5% in più per fare una vacanza balneare in Italia, con indici di incremento ben superiori se si valuta il solo settore della ristorazione, che ha avuto un incremento – sempre nel biennio – pari al +24,5%. Per quanto riguarda gli incrementi di prezzo relativi all’ospitalità, ai bar/gelaterie, al costo del viaggio, alle opportunità di svago e divertimento ed ai servizi pubblici presenti nelle località balneari, nel biennio questi servizi hanno visto, tutti in maniera similare, aumenti attorno ai 20 punti percentuali. L’unico settore che ha apportato un aumento inferiore, pari al +16,6% sempre nel biennio, è stato quello dei servizi di spiaggia.
“Un dato preoccupante – spiega Feruzzi – che porterà molti italiani ad ampliare il palmares delle opzioni da prendere in considerazione, facendo così entrare nella competizione decisionale una serie di ulteriori località, il più delle volte fuori dai confini nazionali. E, molto spesso, le scelte ricadranno su destinazioni straniere, sia per la loro maggiore economicità, sia per l’allure di esotico che le ricopre. Una valutazione, questa, che viene affrontata anche dagli europei, molti dei quali sono ancora più attenti degli italiani al fattore prezzo“.