Fogna nel mare di San Leone. Di Caro (M5S): “ Subito verifiche e interventi per provare a salvare la stagione turistica”
“In un’epoca in cui basta una foto diffusa in rete per gettare il discredito nei confronti di un intero territorio, che dovrebbe fare del turismo uno dei suoi motori trainanti, vedere ancora sversamenti fognari lungo i litorali agrigentini è una vergogna assoluta”.
Così il deputato regionale del Movimento Cinque Stelle, Giovanni Di caro interviene sugli ennesimi sversamenti di liquami fognari che, anche nei casi di brevi piogge, trasformano il viale delle Dune di San Leone, ad Agrigento, in un fiume nauseabondo e chiede al governo regionale “interventi urgenti per salvare la stagione turistica”.
“Oltre al pericolo per la salute pubblica – dice il parlamentare favarese – si aggiungono anche i danni di immagine per gli operatori turistici che, dopo due anni di pandemia, sperano nella ripartenza estiva”.
“Nel quartiere di San Leone– spiega Di Caro – il problema della cattiva gestione delle acque nere sembra che abbia avuto origine qualche decennio fa, dopo i lavori di rifacimento della condotta di Villaggio Mosè che avrebbe registrato l’impiego di tubature di diametro inferiore rispetto al passato e che quindi, non sarebbe in grado di smaltire correttamente una maggiore portata di liquidi in ingresso. Per questo motivo chiedo che venga attuata una verifica per stabilire se, alla base degli atavici problemi sanleonini, ci sia un mero errore di progettazione. Ciò non toglie – continua il deputato – le gravi responsabilità del governo regionale, che nulla ha fatto in questi cinque anni, per ammodernare una delle reti idriche più disastrate d’Europa quale è quella della provincia di Agrigento. Nulla ha fatto il governo Musumeci sui depuratori, sul trattamento delle acque reflue e sulla rete fognaria agrigentina”.
“Dal 2019, da Sala d’Ercole – conclude Di Caro – interrogo ripetutamente il governo regionale sull’avvio delle necessarie azioni di mitigazione per evitare questo disastro ambientale ma, come al solito, Musumeci e i suoi non ascoltano le istanze che giungono dal territorio agrigentino”.