Fratin: “Sì al 30% di territorio e di mare protetti”. Via libera anche a rigassificatori e trivelle

Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha presentato in Parlamento le sue linee programmatiche. Tanti sono i temi trattati: cambiamenti climatici, mari, ricerca, energie rinnovabili, biodiversità, risorse idriche, decarbonizzazione, PNRR e uso dei fondi.

Ecco alcuni passaggi dell’intervento

Aspetto non di secondaria importanza, considerati i sempre più costanti fenomeni di siccità e di difficoltà di accesso alle risorse idriche, che fanno dell’oro blu un elemento da salvaguardare con assoluta priorità nelle scelte strategiche del Paese. Il dato preoccupante riguarda le perdite delle reti di distribuzione, che purtroppo fanno rilevare un tasso di dispersione di circa il 40 per cento. II Pnrr ha destinato risorse rilevanti per la tutela del territorio e delle risorse idriche, con un ammontare di investimenti complessivi per 4,38 miliardi di euro“.

Questo processo si deve accompagnare al potenziamento, al completamento e alla manutenzione straordinaria delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura idrica primaria. I processi di ammodernamento delle infrastrutture idriche consentiranno anche di puntare maggiormente sugli accumuli idroelettrici, fondamentali per realizzare il futuro mix energetico nazionale, basato sulle energie rinnovabili. La valorizzazione della risorsa idrica non può prescindere dalla tutela del mar Mediterraneo, attraverso il perseguimento degli obiettivi della Convenzione di Barcellona, ed in particolare modo, il potenziamento delle attività di prevenzione e lotta all’inquinamento marino. Dal punto di vista normativo, l’impegno 12 del mio Dicastero sarà quello di garantire rapidamente l’attuazione dei decreti della cd. Legge “Salva Mare”, assicurando un adeguato coordinamento con la Direttiva Quadro sulla Strategia Marina“.

“Gli 8.000 km di coste che contornano il Paese sono fonti straordinarie di biodiversità ma anche di attività economiche e pressioni antropiche, considerata la vocazione turistica del nostro Paese. Il nostro principale obiettivo, legato anche all’attuazione del PNRR, prevede la mappatura e il monitoraggio del 90% dei fondali e dei sistemi marini, e il ripristino ecologico del 20% degli stessi. Il raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 (30% di aree protette e di 10% di aree rigorosamente protette) non può prescindere da una diffusa azione di ripristino ambientale delle aree più a rischio e dal valore ambientale più elevato, che salvaguardi la diversità di flora e fauna esistente. Si pensi all’importante progetto incluso tra gli obiettivi del PNRR di rinaturazione del fiume Po, del valore complessivo di circa 360 milioni di euro, che interesserà l’intero bacino del fiume. È inoltre fondamentale continuare ad implementare i piani d’azione per le specie faunistiche, in particolare modo per quelle a rischio, alla luce anche degli obiettivi programmatici dell’articolo 13 9 della Costituzione che attribuisce alla Repubblica la tutela della biodiversità e degli ecosistemi e alla legge dello Stato la definizione dei modi e delle forme della tutela degli animali. La tutela degli ecosistemi e della biodiversità verrà anche garantita dall’avvio dei processi di digitalizzazione entro il 2026 dei parchi nazionali e delle aree marine protette.

Il MASE non solo è titolare della porzione più rilevante delle attività della Missione 2 del PNRR ‘Rivoluzione Verde e transizione ecologica’ con 34,7 miliardi articolati su 26 investimenti e 12 riforme, ma ha anche la quota più importante di milestone e target europei del PNRR italiano, pari a 89 distribuiti nel periodo di attuazione. Noi siamo pronti a rispettare tutte le scadenze concordate nel Piano“.  

Entro dicembre devono essere raggiunti i target riguardanti la tutela e la valorizzazione delle aree verdi urbane ed extraurbane, nonché quello riguardante i Porti verdi“.

A partire dalle infrastrutture gas, il cui potenziamento e sviluppo consentirà all’Italia, grazie alla sua centralità nel Mediterraneo, di divenire un Hub europeo del gas, con evidenti vantaggi per i consumatori finali e per la competitività del nostro sistema industriale. In questa ottica oltre ai già citati rigassificatori di Piombino e Ravenna, va sostenuto l’incremento della capacità dei rigassificatori esistenti, Panigaglia-La Spezia, Livorno e Porto Viro-Rovigo, il raddoppio del TAP e il mantenimento, ammodernamento e ampliamento degli impianti nazionali di stoccaggio di gas. I benefici di questi investimenti, così come quelli derivanti da ulteriori due rigassificatori sui quali si stanno facendo delle riflessioni – Gioia Tauro e Porto Empedocle – saranno nulli se non verrà completata la c.d. “Linea Adriatica”, al fine di decongestionare la rete di trasporto nazionale del gas“. 

Il processo di decarbonizzazione intrapreso si dovrà basare su una doppia strategia. La prima prevede l’adozione di politiche attive di riduzione della domanda di energia, basato sullo sviluppo dell’efficienza energetica. Su questo versante, la semplificazione delle procedure di accesso ai “Certificati bianchi”, l’ampliamento della platea dei beneficiari e degli interventi del “Conto Termico”, la possibilità di incentivi sulla Cogenerazione ad alto rendimento per gli interventi di rifacimento e potenziamenti degli impianti esistenti e la promozione di incentivi specifici per l’efficienza energetica nel settore terziario, potrebbero essere degli strumenti 24 utili al raggiungimento degli obiettivi finali di riduzione del consumo. La seconda strategia, invece, si basa sulla differenziazione delle fonti energetiche, privilegiando, anche attraverso specifiche politiche di incentivazione, lo sviluppo delle rinnovabili, dei biocombustibili, del biometano e dell’idrogeno“.

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