Gas serra e decarbonizzazione delle navi: gli obiettivi fissati dal Parlamento europeo

Ridurre le emissioni di gas serra delle navi del 2% a partire dal 2025, del 20% a partire dal 2035 e dell’80% a partire dal 2050 rispetto al livello del 2020. E’ questa la richiesta avanzata dal Parlamento europeo al settore marittimo.

Il progetto di regole dell’Ue sull’uso di combustibili rinnovabili e basse emissioni di carbonio nel trasporto marittimo è stato approvata con 451 voti favorevoli, 137 contrari e 54 astenuti.

Le regole verranno applicate alle navi di stazza lorda superiore a 5000 tonnellate, responsabili del 90% delle emissioni di CO2, a tutta l’energia utilizzata a bordo o tra i porti dell’Ue e al 50% dell’energia utilizzata nei viaggi in cui il porto di partenza o di arrivo è al di fuori dell’Ue o nelle sue regioni ultra periferiche.

Gli eurodeputati hanno anche chiesto che sia fissato un obiettivo del 2% di utilizzo di combustibili rinnovabili e imposto alle navi portacontainer e alle navi passeggeri di utilizzare l’alimentazione elettrica a terra mentre sono ormeggiate nei principali porti dell’Ue a partire dal 2030, riducendo così l’inquinamento atmosferico nei porti. Per garantire la conformità il Parlamento europeo ha chiesto l’introduzione di sanzioni i cui ricavi dovrebbero andare all’Ocean Fund e contribuire alla decarbonizzazione del settore marittimo, dell’efficienza energetica e delle tecnologie di propulsione a zero emissioni.

Gli armatori europei hanno accolto bene le proposte dell’Ue, specificando però la necessità di promuovere la produzione e l’adozione di combustibili a basse e zero emissioni di carbonio. “Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo non solo aumentare la domanda di carburanti puliti da parte dell’industria dei trasporti marittimi, ma riconoscere allo stesso tempo la responsabilità dei fornitori nel rendere disponibili carburanti puliti in quantità sufficienti“. Fondamentale, sottolineano, sarà anche destinare le entrate per colmare il divario di prezzo con combustibili puliti, per la ricerca e lo sviluppo e l’innovazione, nonché per le infrastrutture portuali, il miglioramento delle competenze e la riqualificazione.

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