Giornata Mondiale delle tartarughe, Legambiente: “Agire per conservare la specie nel Mediterraneo”

Il 16 giugno è la Giornata Mondiale delle tartarughe. 

Il Mediterraneo ospita una straordinaria varietà di vita marina per essere solo una minima parte di acqua salata sulla Terra e si contano oltre 17.000 specie diverse, rendendolo quindi un importante “hotspot di biodiversità marina”. Tra queste, spiccano anche le tartarughe marine. In realtà, nel Mediterraneo ci sono pertre specie: la tartaruga comune (Caretta caretta, l’unica che vi si riproduce), la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea).

Le tartarughe, inoltre, sono particolarmente minacciate dall’inquinamento dell’acqua: troppe plastiche, senza contare gli esemplari che finiscono nelle reti da pesca. Anche i cambiamenti climatici sono particolarmente sentiti da questi animali.

Per la ricorrenza Legambiente ha lanciato un allarme sollecitando ad intervenire per garantire la conservazione della specie nel Mediterraneo occidentale. Per questo agisce Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi e ricerca scientifica.

Con il riscaldamento dei mari dovuto alla crisi climatica, le tartarughe marine sono arrivate sulle coste italiane, spagnole e francesi e dal 2013 le nidificazioni sono aumentate rapidamente, raggiungendo nelle ultime due stagioni il numero record di 146. Le deposizioni si sono verificate sulle coste tirreniche dell’Italia (84,5%), seguita da Spagna (13,9%) e Francia (1,5%).

L’87% dei nidi scoperti nel Mediterraneo occidentale si trova su spiagge con un alto impatto antropico (ossia all’interno o in prossimità di stabilimenti balneari o strutture costruite sulle spiagge), l’88% dei litorali è anche esposto all’inquinamento luminoso e quindi quasi un terzo dei nidi è stato trasferito perché le femmine hanno deposto troppo vicino all’acqua o in luoghi non adatti (ad esempio sabbia mista a terra e ciottoli) come possibile risposta agli ostacoli presenti sulla spiaggia e all’intenso inquinamento luminoso o acustico.

L’inospitalità delle coste colpisce anche i piccoli di tartaruga che, abituati a seguire la luna per orientarsi ed arrivare al mare, si trovano spesso disorientati dalle luci artificiali. Il progetto mira a sensibilizzare i frequentatori delle spiagge e i balneari che sono spesso del tutto impreparati su questo tema.

 

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