Il governo australiano vota per vietare l’uso delle app sui social media ai minori di 16 anni
All’inizio della settimana, un gruppo di 140 esperti di sicurezza dei bambini ha pubblicato una lettera aperta, chiedendo al governo australiano di riconsiderare la sua proposta di legge che mira a vietare l’accesso alle piattaforme di social media per i minori di 16 anni. La legge, che è stata approvata dal parlamento australiano a tarda sera il 29 novembre, è destinata a entrare in vigore entro 12 mesi, ma ha sollevato una serie di preoccupazioni tra esperti e critici, molti dei quali temono che la misura possa portare più danni che benefici per i giovani.
Il Contenuto del Disegno di Legge
Il disegno di legge, noto come Online Safety Act, limita l’accesso ai social media solo agli utenti di età superiore ai 16 anni, con alcune eccezioni per piattaforme che si concentrano su messaggistica, giochi online e servizi educativi. La misura è stata approvata nel contesto di un crescente dibattito sulla sicurezza online dei giovani e su come prevenire i rischi legati a contenuti dannosi, bullismo e altre problematiche legate all’uso delle piattaforme social. Nonostante le evidenti preoccupazioni, il governo australiano ha promosso la nuova legge come un passo da “leader mondiale” nel tentativo di proteggere i minori da potenziali pericoli digitali.
“Le piattaforme di social media dovranno dimostrare di aver adottato ‘misure ragionevoli’ per impedire l’accesso ai minorenni”, ha dichiarato il governo, pur specificando che le piattaforme non potranno richiedere documenti di identità ufficiali per verificare l’età degli utenti. Le sanzioni per le violazioni di queste regole potrebbero arrivare fino a 49,5 milioni di dollari australiani (circa 32 milioni di dollari statunitensi).
Tuttavia, il governo ha fatto sapere che le applicazioni di messaggistica come WhatsApp e Messenger, nonché piattaforme focalizzate sull’istruzione e la salute, come YouTube, saranno esentate da queste restrizioni. Inoltre, i genitori o i giovani che violano le leggi non saranno sanzionati.
Le Preoccupazioni degli Esperti
La reazione alla proposta di legge è stata mista. Un gruppo di 140 esperti di sicurezza dei bambini, tra cui psicologi, educatori e tecnologi, ha firmato una lettera aperta per esprimere il loro dissenso, mettendo in dubbio l’efficacia del disegno di legge e il suo impatto sul benessere dei giovani. La lettera sottolinea che “il mondo online è un luogo in cui bambini e ragazzi accedono alle informazioni, sviluppano competenze sociali e tecniche, si collegano con familiari e amici, apprendono informazioni sul mondo che li circonda e si rilassano e giocano”. Gli esperti sostengono che vietare l’accesso ai social media potrebbe limitare l’accesso dei giovani a queste opportunità educative e sociali, indebolendo lo sviluppo dei loro diritti e competenze.
Inoltre, alcuni esperti avvertono che il divieto potrebbe spingere i giovani a cercare alternative più pericolose, come piattaforme meno regolamentate o non ufficiali, che potrebbero esporli a rischi ancora maggiori. La paura è che, piuttosto che proteggere i giovani, il governo stia creando un vuoto che sarà rapidamente colmato da piattaforme non protette da regolamenti e controlli di sicurezza.
Anche il divieto di accesso a piattaforme tradizionali potrebbe non essere la risposta ideale, secondo altri critici. La maggior parte delle piattaforme social, come Facebook, Instagram, TikTok e Snapchat, ha già un limite di età fissato a 13 anni, ma questi limiti non sono mai stati veramente efficaci nel fermare i minori di quell’età dall’iscriversi. TikTok, ad esempio, ha ammesso che un terzo dei suoi utenti negli Stati Uniti nel 2020 erano sotto i 14 anni. La sfida principale, come osservano gli esperti, è che non esistono metodi davvero affidabili per verificare l’età degli utenti. Nonostante le misure adottate dalle piattaforme, come l’intelligenza artificiale e il monitoraggio dell’engagement, i ragazzi continuano a trovare modi per aggirare i controlli.
La Reazione dei Giovani
Parlando con alcuni adolescenti australiani, emerge che la maggior parte di loro non è preoccupata per la nuova legge. “Come faranno a saperlo?” è la risposta comune tra i ragazzi, che sono ormai abituati a usare piattaforme social ben al di sotto dei limiti di età. L’idea che una legge possa impedire loro di accedere ai social media sembra poco realistica, dato che molti conoscono già diversi metodi per aggirare i controlli, inclusi l’uso di informazioni false durante la registrazione o l’accesso tramite account di amici o parenti.
Questo solleva la questione centrale: come verranno realmente attuate queste nuove leggi? Le piattaforme social dovranno adottare “misure ragionevoli” per verificare l’età degli utenti, ma cosa significa veramente questo termine? La formulazione vaga del disegno di legge non chiarisce se queste misure comporteranno l’uso di tecnologie avanzate di verifica dell’età o se le piattaforme dovranno semplicemente implementare controlli di base. Inoltre, la legge non consente alle piattaforme di chiedere documenti d’identità, quindi le opzioni per un controllo accurato dell’età sembrano limitate.
Le Critiche alle Esenzioni
Un altro punto di controversia riguarda le esenzioni previste per alcune piattaforme, come YouTube, WhatsApp e i servizi di messaggistica. Le piattaforme di messaggistica, in particolare, non saranno soggette alle stesse restrizioni, il che ha sollevato preoccupazioni tra gli esperti. Se i bambini e gli adolescenti continueranno ad avere accesso a WhatsApp o Messenger, potrebbe non esserci un reale cambiamento nella loro esposizione a contenuti dannosi. In effetti, molte delle conversazioni più pericolose e problematiche avvengono proprio su queste piattaforme private, lontano dai riflettori pubblici dei social media tradizionali.
La questione della definizione di “interazione sociale online” è anch’essa problematica. Le piattaforme come Snapchat, che si definiscono come app di messaggistica, potrebbero essere incluse nelle restrizioni, ma potrebbero contestare la decisione, come già è successo in passato. La difficoltà di definire chiaramente cosa costituisce un’app di social media rispetto a un’app di messaggistica potrebbe portare a conflitti legali e complicare l’attuazione della legge.
Impatti Legali e Sociali
Molti esperti temono che la legge possa creare un precedente problematico per altre nazioni che potrebbero seguirne l’esempio senza comprendere appieno le implicazioni. Mentre la protezione dei minori è un obiettivo condiviso da tutti, la mancanza di un approccio più equilibrato potrebbe avere conseguenze non intenzionali, come l’isolamento digitale dei giovani o l’esposizione a rischi maggiori su piattaforme non monitorate.
Alla luce di queste preoccupazioni, la vera sfida sarà l’attuazione della legge. Se le piattaforme non saranno in grado di adottare “misure ragionevoli” per tenere fuori i giovani, le violazioni potrebbero diventare difficili da monitorare e perseguire. Il governo australiano si trova ora di fronte alla difficile realtà di dover applicare una legge che potrebbe avere effetti collaterali imprevisti, mentre cerca di bilanciare la protezione dei minori con la libertà digitale.
In definitiva, questa legge potrebbe rivelarsi più simbolica che pratica, un tentativo di dimostrare una risposta alle crescenti preoccupazioni per la sicurezza online, ma che potrebbe fallire nel raggiungere i suoi obiettivi a lungo termine. Il vero impatto si vedrà solo quando le misure saranno finalmente messe in atto, e la questione dell’efficacia di queste leggi rimarrà aperta.