Granchio blu, tavolo al Masaf: 10 mln contro i danni della specie aliena

Ulteriori dieci milioni di euro come misura di sostegno per la perdita di prodotto e la protezione degli allevamenti di cozze e vongole che si aggiungono ai 2,9 milioni già stanziati, un intervento per semplificare l’accesso agli indennizzi, la possibilità di pesca a strascico entro le tre miglia e dialogo costante con le associazioni. Sono questi i pilastri dell’azione di contrasto alla diffusione del Granchio Blu illustrati dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida in un incontro tenutosi oggi presso il Masaf con le organizzazioni della pesca.

Il ministro Lollobrigida ha voluto incontrare le principali rappresentanze del settore per fare il punto su una emergenza che sta provocando danni agli allevamenti ittici ed ha annunciato l’imminente pubblicazione di un decreto che stanzierà 10 milioni di euro come indennizzo alle imprese per l’acquisto di strumenti di protezione degli allevamenti e per il ripopolamento e la semina delle aree colpite.

Fondi – ricorda Lollobrigida – che si sommeranno ai 2,9 milioni già stanziati per lo smaltimento del Granchio Blu e a un nuovo fondo da 500 mila euro previsto dall’emendamento al dl 10 agosto 2023 presentato dal presidente della Commissione Agricoltura al Senato De Carlo, provvedimento attualmente in esame a Palazzo Madama. In totale le risorse supereranno i 13 milioni di euro“. Rispetto ad alcune problematiche poste dalle associazioni riguardante la sospensione dei mutui e l’accesso al credito, “lavoriamo – ha annunciato Lollobrigida – per equiparare le regole del mondo agricolo anche a quelle della pesca e prevediamo un confronto costruttivo con Abi per poter intervenire su questi aspetti“.

Questo permetterebbe loro di semplificare l’accesso ai finanziamenti e di garantire gli stessi diritti degli agricoltori anche con la possibilità di riconoscere lo stato di calamità. Lollobrigida ha poi ricordato i primi risultati ottenuti nel corso dell’ultimo Consiglio europeo dei Ministri dell’agricoltura e della Pesca: “Ai tavoli europei – ha rimarcato – abbiamo battagliato e ottenuto la deroga che consente la pesca a strascico entro le tre miglia e questo è sicuramente un primo passo di Bruxelles verso le necessità del settore.” Questo risultato permetterà di avviare un piano sperimentale di contrasto alla proliferazione del granchio blu. Attraverso un piano scientifico si cercherà di comprendere il ciclo biologico della specie e di valutarne l’impatto sull’ecosistema al fine di elaborare una strategia che mitighi il rischio di dissesto ambientale. “Il Governo – ha rimarcato il ministro – è determinato a sostenere questo settore in una sfida cruciale e continuerà a lavorare in stretta collaborazione con le associazioni per affrontare efficacemente la diffusione del Granchio Blu e contrastarne gli effetti“.

Alla riunione hanno preso parte l’Associazione Mediterranea Acquacoltori-Ama, l’Associazione Piscicoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Unciagroalimentare, Associazione marineria d’Italia e d’Europa, Alleanza Cooperative Italiane, Federpesca, Legacoop Ancilega e Agciagrital.

E’ positivo lo stanziamento di ulteriori 10 milioni per rendere più efficace la cattura del granchio blu, lo smaltimento, la messa in sicurezza degli impianti di molluschicoltura, ed anche l’acquisto di seme per la ripresa dei processi produttivi che va ad aggiungersi alla disponibilità finanziaria già prevista dal Dpcm n.104/2023 per 2,9 milioni di euro“. E’ quanto afferma Coldiretti Impresapesca.

E’ stata annunciata – sottolinea Coldiretti Impresapesca – la modifica della Legge 102/2004 assimilando la figura dell’agricoltore di terra all’agricoltore di mare con l’estensione dei benefici. Inoltre grazie all’intervento dei tecnici del Masaf presso la Dg Mare dell’Ue l’Italia ha ottenuto la possibilità di utilizzare 6 unità da pesca a strascico, nei compartimenti marittimi antistanti Ravenna e Venezia, per la ricerca e cattura del granchio infestante presente in maniera massiccia nella ristrettissima fascia costiera autorizzandone l’operatività in deroga alle distanza minime previste dalla norme comunitarie“.

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