“I porti italiani sono rallentati dalla globalizzazione”: l’analisi di di Cdp

La globalizzazione che rallenta è un’opportunità da cogliere per i porti italiani, secondo il brief degli analisti di Cdp dal titolo “Deglobalizzazione e Mar Mediterraneo: quale ruolo per l’Italia?”.

L’Italia, secondo questa analisi, “potrebbe diventare il principale hub logistico portuale tra Nord Africa ed Europa continentale ma è importante rafforzare la competitività degli scali, puntando su: efficientamento dei servizi portuali, potenziamento delle infrastrutture per l’intermodalità, sviluppo di aree retroportuali e trasformazione green“.

Da più di 15 anni il processo di globalizzazione sta gradualmente rallentando, gli scambi commerciali si stanno sempre più “regionalizzando”, mentre si sviluppa la cooperazione economica nel Mediterraneo.

Il riassetto degli equilibri commerciali in ottica mediterranea rappresenta un’opportunità per la portualità italiana, che può fare leva sulla sua leadership indiscussa nel traffico marittimo a corto raggio“, secondo gli analisti. Si tratta, infatti, di un settore in cui l’Italia può far valere una posizione di eccellenza, essendo il primo Paese in Europa per volume di merci movimentate, con una quota di mercato pari al 14% del totale, davanti a Paesi Bassi 13,5%, Spagna 10% e Francia 7% (alla luce dei dati Eurostat).

Per valorizzare pienamente la collocazione strategica dell’Italia è importante superare alcuni possibili limiti alla competitività del sistema portuale, grazie anche ai fondi indirizzato dal Pnrr. Il primo punto è migliorare l’efficienza dei servizi portuali, riducendo i tempi di stazionamento delle navi che risultano decisamente elevati rispetto ai principali concorrenti: il tempo medio di attesa nei porti italiani si attesta a 1,34 giorni contro 0,62 nei Paesi Bassi e 0,9 in Spagna.

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