Il cambiamento climatico sta diventando una piaga sempre più evidente per le nostre terre ed i nostri mari. Ad evidenziarlo è stato anche uno studio condotto dal Max Planck Institute for Chemistry e del Climate and Atmosphere Research Center del Cyprus Institute. Il rapporto sarà presentato alla COP27, che si svolgerà dal 6 al 18 novembre a Sharm El Sheikh, in Egitto.

Secondo il team internazionale di scienziati, gli effetti più devastanti si registreranno nel Mediterraneo orientale e in Medio Oriente. Queste aree, denominate per convenzione EMME, comprendono Bahrain, Cipro, Egitto, Grecia, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Kuwait, Libano, Oman, Palestina, Qatar, Arabia Saudita, Siria, Turchia ed Emirati Arabi Uniti. Qui le temperature stanno aumentando a una velocità quasi doppia rispetto alla media globale e potrebbe verificarsi un riscaldamento complessivo fino a 5°C e oltre entro la fine del secolo.

Gli effetti più significativi potrebbero vedersi durante l’estate con ondate di calore sempre più frequenti e senza precedenti. Il rischio è quello di avere sempre meno precipitazioni, avendo serie ripercussioni sulla gestione delle risorse idriche e sulla sicurezza alimentare.

Articoli correlati:

Incendi nel Mediterraneo: l’impatto del cambiamento climatico secondo Marevivo Clima, gli effetti sul Mediterraneo: “Il 30% del mare dovrà essere protetto entro il 2030” Cambiamento climatico: cosa succede nel mare nostrum e cosa cambia sulla nostra tavola Cambiamento climatico, Federlogistica: “Il mare si alzerà mettendo a rischio funzionalità di quasi tutti i nostri porti”