Il Cnr indaga, una fotografia del mare durante e dopo il lockdown
Si sono concluse l’11 maggio le attività di campionamento di acque di mare nell’ambito del progetto di ricerca Synoptic Assessment of Human Pressures on key Mediterranean Hot Spots (Snapshot) coordinato dal Dipartimento di scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Dta) in stretta collaborazione con le Arpa di Marche, Sicilia e Liguria e la Stazione Zoologica “Anton Dohrn”.
“In tutti i siti si tratta di una prima uscita – spiega il Cnr – , che sarà replicata misurando gli stessi parametri più volte nel corso dei prossimi 12 mesi. Le attività si svolgono, contemporaneamente, in dieci aree costiere del Paese (Laguna di Venezia, foci dei fiumi Po, Sarno, Tevere, Arno, e i mari antistanti alle città di Ancona, Taranto, Palermo, Napoli e Genova)”.
Molte le domande a cui Snapshot cercherà di dare risposta: “Quali gli effetti di questa situazione eccezionale sulla qualità delle acque, sull’ecosistema marino, e sull’inquinamento? Cosa succederà con la riapertura delle attività: tutto tornerà – e in quanto tempo – a come era prima del lockdown? E’ possibile immaginare una ripresa in cui il rispetto per l’ambiente e per i suoi limiti possa conciliarsi con quello degli esseri umani? Possiamo ricalibrare in modo più efficiente ed essenziale la capacità della comunità scientifica di acquisire dati di campo (in questo caso costiero e marino) sostenendo anche politiche di open data ed elaborazione di big data? Possiamo coinvolgere la popolazione in un percorso di raccolta di evidenze di tipo inclusivo e partecipativo che porti a una più diffusa consapevolezza dei problemi ambientali e degli impatti sulla salute dell’ecosistema?“.
Il progetto di ricerca, inserito nell’ambito delle attività del progetto europeo Bluemed, “intende contribuire al dibattito pubblico relativo agli effetti sull’ambiente costiero della fase di lockdown, che ha determinato l’improvvisa interruzione di molte attività economiche del Paese e mantenuto la popolazione in casa al fine di contenere il propagarsi del contagio da Covid-19“.
Il progetto mira al raggiungimento di 9 obiettivi specifici, come si può leggere dalla descrizione di Snapshot: “quantificare l’evoluzione dell’impatto antropico sul sistema marino-costiero in aree ad elevata densità urbana per effetto del lockdown anche in riferimento a scale temporali annuali e climatiche (multi-annuale); identificare sorgenti di impatto e quantificarne il carico nei diversi periodi considerati; estrarre la variabilità legata all’evoluzione dell’impatto antropico dalla stagionalità naturale mediante l’analisi di anomalie di prodotti satellitari di tipo Ocean Colour da Sentinel-3 OLCI alla massima risoluzione spaziale (300 m), rispetto a medie climatologiche mensili e settimanali per i periodi di rapid response (il primo 11-15 maggio); acquisire in modo inclusivo (facendo da hub) informazioni provenienti da comunità scientifica e società per definire le “tendenze” in atto anche in modo partecipativo; coinvolgere gli stakeholders e la cittadinanza tutta nella valutazione della desiderabilità dei diversi fattori che caratterizzano la riduzione dell’impatto antropico, innescando un dibattito pubblico informato e partecipato che consenta a chi lo desidera di segnalare gli effetti sugli ecosistemi a loro vicini, e di contribuire a/giudicare soluzioni percorribili per ottenere i cambiamenti desiderati; tenere conto delle pressioni antropiche sul sistema durante il periodo di lockdown acquisendo dati da ARPA, Municipalità, autorità portuali, associazioni e privati; definire le dinamiche di impatto durate fasi successive dell’evoluzione del sistema; offrire indicazioni su gestione sostenibile del sistema delle megacities ed individuare la struttura dell’impatto anche per definire strategie di rigenerazione urbana; definire il background naturale di specifiche componenti del sistema di impatto”.
“Le campagne di osservazione coinvolgeranno ricercatori e, in futuro, anche i cittadini nel comune intento di produrre una serie di istantanee (snapshot) dal mare alla fine del periodo di lockdown e in più fasi successive -spiega il direttore del Cnr-Dta Fabio Trincardi –. Le campagne riguarderanno alcuni degli ambienti marini e costieri (hotspot) maggiormente interessati dalle pressioni antropiche, spesso connesse proprio a quei settori economici e produttivi che sono stati interrotti, e continueranno nel tempo per rilevare i cambiamenti anche dopo la ripresa delle attività. Il progetto punta a verificare l’evoluzione dell’impatto antropico sul sistema marino-costiero del Paese in aree ad elevata densità urbana e/o industriale per effetto del lockdown e a quantificare in modo sinottico e con metodologie coerenti lo stato ambientale del mare al termine della fase di lockdown, con un approccio di open data immediato (che rende i dati verificabili e accessibili a tutte le amministrazioni che ne fanno richiesta) ed elaborazioni successive”.