Il decreto sui titoli professionali del diporto è in Gazzetta, Cecchi: “Con la riforma 3.000 nuovi posti di lavoro”

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 13 dicembre 2023, n. 227, sulla riforma dei titoli professionali del diporto per il personale imbarcato su imbarcazioni e navi da diporto impiegate in attività di noleggio e sulle navi destinate esclusivamente al noleggio per finalità turistiche iscritte al Registro internazionale.

Il decreto riguarda innanzitutto i cosiddetti titoli Stcw, cioè conformi alla Convenzione internazionale sugli standard di addestramento, certificazione e tenuta della guardia per i marittimi, modificando i limiti di abilitazione in rapporto alla stazza delle unità, e disciplina inoltre il nuovo titolo nazionale semplificato dell’Ufficiale di navigazione del diporto di 2a classe. Tra le altre cose, viene disciplinato l’attesissima figura dell’ufficiale di navigazione del diporto di 2a classe, che può imbarcare in qualità di comandante di unità battenti bandiera italiana e in navigazione nel Mediterraneo o in acque interne, di stazza non superiore a 200 gt. È un titolo nazionale, ha validità 10 anni e non richiede l’iscrizione alla Gente di mare. Confindustria Nautica aveva già ottenuto la rotazione per i marittimi imbarcati sulle imbarcazioni e sulle navi da diporto oggetto di contratti di noleggio senza l’annotazione di imbarco e sbarco, ma con una semplice comunicazione , l’introduzione del noleggio “alla cabina” e ulteriori semplificazioni sono previste dal Regolamento di attuazione al Codice che l’Associazione auspica il Governo licenzi quanto prima.

Con la riforma – ha detto il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchisi rendono finalmente più competitivi i professionisti italiani del settore e, per quanto riguarda il titolo semplificato, si potranno creare fino a 3mila nuovi posti di lavoro. Molte società che operano con imbarcazioni da diporto, infatti, avevano rinunciato al servizio di noleggio con equipaggio, per rifugiarsi nella locazione senza equipaggio, proprio per l’assenza di figure professionali calibrate sulle esigenze specifiche delle unità minori“.

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