Il Giappone sversa le acque radioattive di Fukushima in mare, dubbi sulla pesca: l’Italia è a rischio?
Come già annunciato dal Governo di Tokyo nei giorni scorsi, hanno preso avvio oggi le operazione di scarico delle acque radioattive, trattate contenute nelle cisterne della centrale nucleare di Fukushima, nell’oceano.
Lo sversamento è iniziato alle 13 (ora locale, le 6:00 in Italia) nonostante le proteste dei Paesi vicini per le possibili conseguenze sull’ambiente, e dei pescatori locali preoccupati per la reputazione dei loro prodotti.
Gli oltre 1.000 serbatoi distribuiti presso il sito dell’impianto nucleare colpito dal triplice disastro del marzo 2011, attualmente contengono circa 1,34 milioni di tonnellate di acqua trattata, e si prevede arriveranno alla loro capacità massima già nel 2024. Da qui la decisione del gestore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco) che diluirà il liquido con acqua di mare rispettando i limiti consentiti dalle norme di sicurezza giapponesi, prima di iniziare lo scarico tramite un tunnel sottomarino situato a un chilometro dal sito. La Tepco intende monitorare le sostanze radioattive nelle acque vicine alla centrale nella stessa giornata di oggi e di diffondere i dati domani. Il mese scorso l’Agenzia Internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha stabilito che il piano di scarico è in linea con gli standard globali di sicurezza e avrebbe un impatto “trascurabile” sulle persone e sull’ambiente.
Un giudizio che tuttavia non convince la Cina che ha bloccato l’import di prodotti alimentari da 10 prefetture in Giappone e ha introdotto test di radiazioni su larga scala per i prodotti ittici nipponici. Il governo sudcoreano ha dichiarato di rispettare l’esito della revisione dell’Aiea basata sulle analisi del piano giapponese, ma dovrà considerare le preoccupazioni persistenti tra il pubblico. L’Agenzia per la pesca del Giappone ha riferito che monitorerà i livelli di concentrazione di sostanze radioattive nei pesci catturati entro un raggio di 10 chilometri dalla centrale. La pubblicazione dei primi risultati è attesa sul sito web dell’agenzia non prima di sabato.
L’Italia dovrà preoccuparsi?
Secondo un’analisi di Coldiretti sono oltre 123mila i chili di pesce importati dal Giappone in un anno, meno dello 0,02% sul totale dei prodotti ittici che arrivano in Italia da tutto il mondo. “Lo sversamento di acqua radioattiva nel mare del Giappone – sottolinea la Coldiretti – è preoccupante dal punto di vista ambientale per flora e fauna ittica. In Italia è scattato ben più di un allarme alimentare alla settimana sul pesce straniero per un totale di ben 63 notifiche che rappresentano ben l’86% di tutte quelle relative ai prodotti ittici consumati sul territorio nazionale durante l’anno, secondo una analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del Sistema di allerta rapido (Rassf) nel 2022“.