Il granchio blu arriva in Sicilia: ecco dove. Paure, interventi e opportunità

Il granchio blu arriva anche in Sicilia e scatta l’allarme per la fauna e la pesca locale.

La nuova specie, originaria dell’Atlantico, che ormai da tempo vive e si è insediata nel Mediterraneo sembra aver trovato nello Stagnone di Marsala il posto adatto dove poter tranquillamente proliferare.

Difficile scoprire come l’animale sia arrivato nelle nostre acque. Una delle idea più acclamate è che possa essere stato trasportato dalle stive delle navi.

Il Callinectes sapidus è un grosso crostaceo con caratteristiche chele blu. La sua rapida diffusione è dovuta soprattutto al fatto che ogni femmina produce anche fino a due milioni di uova. Una riproduzione così rapida rappresenta una seria minaccia per l’ecosistema, considerando che si tratta anche di una specie abbastanza aggressiva che si nutre in prevalenza di frutti di mare. Non a caso nel solo mese di luglio il prezzo dei frutti di mare freschi sono aumentati del 2,1% su base annua, mentre del 7,2% quelli congelati.

L’INTERVENTO DEL GOVERNO

Prima ancora che in Sicilia l’allarme era scattato nel resto d’Italia, e più precisamente lungo la costa Adriatica. Nelle ultime settimane anche il Governo Meloni si è mosso stanziando 2,9 milioni di euro per contrastare la diffusione del crostaceo. I fondi sono destinati principalmente ai consorzi e alle aziende di acquacoltura impegnate nella cattura e nello smaltimento del granchio blu.

Abbiamo una vocazione strategica nell’affrontare i problemi e ragionare non solo su quello che avviene oggi ma su quello che non deve avvenire in futuro e su questo elemento in particolare ci sono idee che vengono portate avanti dalle associazioni, dai nostri tecnici del ministero. Dobbiamo definire non solo le aree ma anche le modalità di intervento e le misure più idonee da intraprendere“, aveva spiegato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità e delle Foreste Francesco Lollobrigida.

LE OPPORTUNITA’

Se da un lato c’è l’esigenza di difendere le specie autoctone, dall’altro c’è chi si è ingegnato cercando soluzioni alternative dalle quali trarre anche profitto.

Dal granchio blu al rosmarino all’insalatina di granchio alla veneziana fino agli spaghettoni all’aglio saltati al granchio, sono alcuni dei piatti preparati dai cuochi pescatori e contadini della Coldiretti per combattere a tavola l’invasione del “killer dei mari”. Una soluzione per contenere l’eccessiva diffusione del granchio può rivelarsi dunque la sua pesca per il consumo.

Nel corso di un incontro con le associazioni e le istituzioni locali, per definire in maniera puntuale gli interventi da programmare, anche il ministro Lollobrigida si era esposto sull’argomento: “Trasformiamo una criticità in un’opportunità. Se c’è consumo e commercio c’è una filiera che si attiva naturalmente. I granchi blu sono una grande risorsa, sulla base ad esempio di un mercato potenziale molto interessante come quello degli Stati Uniti e della Cina, che utilizzano questo animale in maniera massiva“.

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