Il Wwf lancia il grido d’allarme: a rischio tonno e squali
“Il risultato dei lavori in Croazia dell’Iccat, la Commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi dell’Atlantico, è un fallimento – afferma Alessandro Buzzi Wwf Mediterranean Marine Initiative – perché lascerà gli operatori senza scrupoli liberi di continuare a contrabbandare grandi quantità di tonno non dichiarato, a scapito della sicurezza dei consumatori. La decisione di ignorare le raccomandazioni scientifiche e di rinviare di un altro anno qualsiasi azione volta a contrastare il sovrasfruttamento del tonno pinna gialla già minacciato, potrebbe seriamente compromettere il recupero di questa specie. È molto deludente – conclude Buzzi – vedere che non esiste una seria volontà politica per garantire la piena legalità e sostenibilità di queste attività di pesca”. Il Wwf non appoggia l’accordo finale che include la flessibilità senza rafforzare i controlli, senza garantire legalità e sostenibilità.
La necessità di tali misure è stata recentemente sottolineata da una recente indagine sul commercio illegale di tonno rosso, che ha scoperto un’operazione internazionale da 12 milioni di euro l’anno con aziende spagnole, porti francesi e italiani e allevamenti di tonno rosso maltesi.
Tonni e squali sono sempre più a rischio, perché a Dubrovnik non sono state adottate alcune delle misure necessarie per fermarne il massiccio e illegale commercio. Commenta così il Wwf i lavori in Croazia dell’Iccat, nel far notare che è stata nuovamente bloccata la messa al bando del finning, la pratica di “spinnamento” degli squali che vengono privati delle pinne e ributtati in mare agonizzanti, mettendo le specie ancora più a rischio.