In Sicilia il 77% della costa è a rischio erosione, Legambiente: “Il 56% cancellato dall’avanzata del cemento”

Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia

Secondo il Piano di assetto idrogeologico siciliano del 2021, il 76,5% della costa siciliana è a rischio erosione. In particolare, il 43.6% è a rischio elevato (per il quale sono possibili danni edilizi) e il 32.9% è a rischio molto elevato (per il quale sono possibili gravi danni edilizi e umani). Sono i dati del dossier “Erosione costiera: Danni, sfide e soluzioni” di Goletta verde.

Le cause del rischio di erosione sono diverse, ma quelle che hanno inciso di più negli ultimi 30 anni sono state gli interventi di artificializzazione e cementificazione, sia legale che illegali, realizzati lungo le coste. Dal 2006 al 2021, l’avanzata del cemento nei comuni costieri è aumentata del 6%, e il consumo di suolo costiero sul totale regionale è pari al 56,4%, il più elevato in Italia.

Ad aggravare ulteriormente la situazione concorre la crisi climatica. La Sicilia è la regione italiana più colpita da fenomeni di piogge intense e mareggiate che aggravano l’erosione principalmente durante l’inverno. Nel periodo 2010-2023 sono stati 154. Preoccupa inoltre il progressivo innalzamento del livello del Mediterraneo che, secondo i dati dell’IPCC nel loro ultimo rapporto sui cambiamenti climatici, nell’ultimo secolo si è innalzato in media di 1,4 mm l’anno.

In questi ultimi decenni – spiegano gli ambientalisti si sono fatte scelte sbagliate, a partire dalla manomissione dei corsi d’acqua, da cui alla fine degli anni 70 sono stati sottratte consistenti quantità di sabbia e ghiaia per alimentare la speculazione edilizia lungo la fascia costiera. Le scelte sbagliate sono continuate fino agli anni 90, con la realizzazione di opere di sbarramento (briglie, soglie e traverse), motivate più dall’interesse ad attivare appalti pubblici che da reali esigenze idrogeologiche. Ad alterare la linea di costa ha contribuito la realizzazione di porti turistici (marine a gestione privata), le cui dighe foranee hanno inibito il flusso dei sedimenti, innescando erosione sottoflutto in corrispondenza di zone abitate. Tuttavia, a causare più danni sono state paradossalmente quelle opere marittime nate da intenti e richieste di ‘difensive’“.

Come raccontiamo nel Dossier – dice Salvatore Gurgone, responsabile Erosione costiera di Legambiente Sicilial’attuale stato d’erosione delle coste non è altro che il risultato di una gestione del territorio e della spesa pubblica non orientata all’interesse generale. Questo quadro è destinato ad aggravarsi con l’aumento della frequenza di eventi meteo-marini estremi“.

Le spiagge vanno tutelate – afferma Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Siciliaaffinché costituiscano quella straordinaria risorsa capace di trainare il settore turistico“. In testa alle proposte di Legambiente Sicilia, quella di vietare qualsiasi nuova opera nelle fasce dove i modelli indicano una probabilità di esposizione a inondazione.

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