La Sicilia del pesce. Oggi i risultati di una ricerca saranno presentati ad Aspra

Verranno resi noti oggi i risultati dei dati raccolti dagli studenti che hanno partecipato al progetto del dipartimento della Pesca Sicilia “Cambio di rotta”, che riunisce al suo interno un “Registro identitario della pesca del Mediterraneo e dei borghi marinari”, un opuscolo su “Le bottarghe. Eccellenze mediterranee” e un accordo con il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e forestali dell’ateneo palermitano.
Sei tappe durante le quali gli studenti hanno percorso la Sicilia del pesce (imprese, borghi, musei, tonnare) con i loro questionari per individuare pregi e difetti della situazione del settore pesca nell’isola. Il convegno si terrà alle 16 al museo delle Acciughe di Aspra, a Bagheria.

“L’Europa per decenni ha incentivato la rottamazione di barche e pescatori partendo dal teorema ‘meno pescatori in mare, più salvaguardia delle risorse ittiche”, dice il dirigente generale del dipartimento Pesca mediterranea, Dario Cartabellotta.
“Oggi, che si importa dall’estero il 70% del pesce che consumiamo sulle nostre tavole, con le risorse ittiche in sofferenza a causa dell’inquinamento e del cambiamento climatico e con l’emorragia sociale che ha causato la perdita di decine di migliaia di posti di lavori, finalmente si cambia rotta e si vuole incentivare la pesca artigianale, il valore aggiunto della trasformazione, l’economia del mare e delle aree costiere, il rapporto pesca e turismo, ma soprattutto si punta al valore pedagogico del pescatore e alla sua identità marinara”.

Il progetto nasce, quindi, con l’intento di recuperare e preservare il valore identitario e culturale della pesca in Sicilia a partire dalle attività dell’uomo. Le tecniche di pesca, le modalità di lavorazione e conservazione del pesce, le attrezzature utilizzate, i luoghi come le borgate, i porticcioli e le tonnare, i cibi e i piatti della cucina siciliana, le storie e gli aneddoti … rappresentano uno straordinario patrimonio da tutelare. Da tempo, infatti, il settore attraversa una fase di grande difficoltà. Negli ultimi decenni il numero degli addetti è sceso da 20 mila e 7 mila e 500.

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