La Sicilia si conferma l’isola delle tartarughe marine, Wwf: “Fondamentale proteggere le aree idonee alla deposizione”

Anche per questa estate che si avvia alla conclusione, la Sicilia si conferma l’isola delle tartarughe marine. Sono ben 182 i nidi censiti nell’Isola, di cui 165 seguiti dal network tartarughe marine del Wwf Italia, formato da esperti e volontari. Il progetto in Sicilia è coordinato dalla biologa Oleana Prato.

Il 70% delle nidificazioni sono nella costa orientale: appena un nido a Messina e Caltanissetta, 10 a Trapani e Catania, 12 a Palermo, 41 a Ragusa, 82 a Siracusa (il 44%). I risultati sono ancora parziali ma sono più di 6.000 le neonate emerse finora. Più di una decina sono infatti i nidi in schiusa in questi giorni, quasi tutti in provincia di Siracusa. Alcune nidificazioni sono state da record in quanto a numero di uova: nel Ragusano mamma tartaruga ha deposto ben 143 uova.

Il record di emersione spetta invece ad un nido a Reitani (Noto) con 117 uova. C’è sempre una percentuale di uova che, anche per cause naturali, non arriva a maturazione. “La conferma dell’aumento dei nidi lungo le coste italiane – sottolinea Luigi Agresti, Network & Programme Wwf Italiasolleva la necessità di conciliare la loro presenza con le attività antropiche, richiedendo l’adozione di misure di conservazione adeguate da parte degli enti competenti. In particolare, è fondamentale proteggere le spiagge che si stanno confermando idonee alla nidificazione, resilienti agli impatti dei cambiamenti climatici (erosione costiera, aumento delle temperature)“.

Per il Wwf la Regione Sicilia dovrebbe mettere in campo una serie di prescrizioni ben definite per la regolamentazione dei tratti di spiaggia affidate ai lidi o ai comuni costieri. A cominciare dalla pulizia quotidiana da effettuare con criteri poco invasivi, escludendo il più possibile l’utilizzo di mezzi meccanici. Le transennature delle aree affidate ai lidi poi, non dovrebbero costituire oggettive barriere durante le deposizioni. Fondamentale anche regolamentare luci e suoni in spiaggia: l’inquinamento luminoso, dopo l’erosione costiera, è causa di insuccesso delle schiuse, depistando le neonate verso le luci artificiali. L’ultimo caso è accaduto venerdì sera a Palmi, in Calabria, dove una sessantina di piccole sono state salvate mentre si dirigevano in direzione opposta al mare (verso la strada) attratte dalle luci artificiali.

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