Lampedusa, il progetto “Tartalife” chiude i battenti con un convegno

Nella sede dell’Area Marina Protetta  delle Isole Pelagie, si è tenuto il convegno finale di diffusione dei risultati del progetto TartaLife e della campagna di comunicazione TartaWorld. Il progetto TartaLife, condotto in collaborazione con i pescatori e promosso nelle 15 regioni italiane che si affacciano sul mare, puntava a ridurre la mortalità della tartaruga marina Caretta caretta e a promuovere l’introduzione di soluzioni tecniche innovative accompagnate alla formazione dei pescatori e al rafforzamento dei Presidi di recupero/primo soccorso.

Le risorse del progetto  provengono dal programma LIFE+, che entrato in vigore nel 2007 è divenuto lo strumento finanziario dell’Unione Europea che ha sostenuto e finanziato fino al 2013 i progetti ambientali e di conservazione in tutta l’UE, e in alcuni paesi candidati, in via di adesione e in paesi limitrofi. L’area Marina Protetta delle Isole Pelagie, già partner del progetto TartaLife ha organizzato il convegno di chiusura dell’attività, diffondendo i risultai raggiunti e le attività sviluppate.

Tra i relatori la responsabile dell’AMP Giulia Visconti, il Sindaco di Lampedusa, Il comandante della Capitaneria di Porto delle isole Pelagie, la ricercatrice dell’ISPRA Manuela Falautano, l’Associazione dei pescatori con Piero Billeci e il progettista della campagna di comunicazione curata dalla società Green Life di Agrigento. Presente anche Mariella Gattuso di  Marevivo, associazione che ha sostenuto numerosi eventi organizzati dal partenariato del progetto, sostenendone i valori educativi e di tutela ambientale.

Tante le attività curate dallo staff che si è arricchito di esperti, ricercatori  e di biologi marini per assicurare il raggiungimento degli  obiettivi della campagna Tartaworld che, coerentemente con le linee di programma del progetto Tartalife, ha realizzato un piano articolato d’informazione e sensibilizzazione che ha coinvolto un numero  allargato di portatori d’interesse come i pescatori, gli operatori turistici, i turisti, la scuola  e tutta la comunità locale, promuovendo la diffusione degli obiettivi del progetto, la conoscenza delle cause e delle minacce che incombono sulla specie e le metodologie d’intervento da impiegare per salvare le tartarughe in difficoltà.

Sono stati organizzati circa 500 eventi e registrati migliaia di partecipanti ai laboratori in spiaggia, a scuola e nella sede dell’area marina protetta, unitamente alle attività con le quali sono stati coinvolti i pescatori, i diving,  gli hotel. L’ISPRA inoltre ha predisposto un percorso educativo sulla tutela delle tartarughe marine trascritto su  pannelli che sono stati donati agli istituti scolastici di Lampedusa e Linosa, all’AMP, al Comune e alla Capitaneria di Porto. Oltre agli obiettivi specifici di  progetto si rileva che l’informazione ha generato una maggiore presa di coscienza nell’approccio generale con il mare, nello sfruttamento delle risorse marine e nella comprensione del ruolo importante che riveste la protezione del mare e  i vantaggi che ne sono conseguiti nel tempo per la popolazione locale. Giulia Visconti ha affermato che tante altre iniziative saranno portate avanti dall’AMP per una tutela sempre crescente della biodiversità e della tutela ambientale.

 

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