“Legge Salva-mare”: i pescatori protagonisti nella raccolta di plastica
Con la legge “Salva-mare”, approvata recentemente, i pescatori che diventeranno “spazzini” del mare. Inoltre, potranno avere un certificato ambientale e la loro filiera di pescato sarà adeguatamente riconoscibile e riconosciuta. I rifiuti potranno essere portati nei porti dove saranno allestiti dei punti di raccolta e verranno introdotti dei meccanismi premiali per i pescatori.
“È una grande vittoria per il nostro mare – ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – finalmente iniziamo a ripulire il mare dalla plastica e lo facciamo con degli alleati eccezionali – i pescatori – che conoscono il problema meglio di tutti perché ogni giorno tirano su le reti raccogliendo spesso altrettanta plastica rispetto al pescato”.
Secondo alcuni studi, nel Mar Mediterraneo ci sono almeno 250 miliardi i frammenti di plastica al suo interno con 134 specie vittime di ingestione di plastica, tra cui 60 specie di pesci, le 3 specie di tartarughe marine, 9 specie di uccelli marini e 5 specie di mammiferi marini. Inoltre, tutte le specie di tartarughe marine presenti nel Mediterraneo presentano plastica nello stomaco. “Quella della plastica in mare – ha evidenziato Costa – è un’emergenza planetaria, dobbiamo affrontarla adesso, non si può rinviare. L’Italia, che è bagnata per due terzi dal mare, vuole essere leader nella soluzione: appena la Direttiva europea sulla plastica monouso sarà pubblicata, approveremo anche noi la legge per dire stop al monouso”.
Prima che fosse approvata la legge “Salva-mare”, i pescatori erano costretti a ributtare la plastica in mare perché altrimenti avrebbero compiuto il reato di trasporto illecito di rifiuti, sarebbero stati considerati produttori di rifiuti e avrebbero dovuto anche pagare per lo smaltimento.