L’engagement crolla, resiste solo TikTok

I dati sono chiari: l’engagement sui social è in discesa. Gli utenti passano più tempo online, ma partecipano meno. Commentano di meno, condividono di meno, reagiscono di meno.

Solo TikTok resiste, mantenendo tassi alti di interazione. Ma non è un’interazione nel senso tradizionale del termine: non ci sono lunghi dibattiti, non ci sono comunità che discutono. C’è un flusso costante di video brevi, stimoli rapidi, reazioni immediate.

È la viralità che tiene in vita la piattaforma, non il dialogo. Ogni contenuto deve generare una risposta istantanea: uno scroll, un like, un commento minimo. È un meccanismo che funziona, ma impoverisce la comunicazione.

Perché l’engagement non è solo numero: è relazione. È tempo dedicato, è scambio di idee, è costruzione di senso comune. E se tutto si riduce a un clic, la comunicazione diventa superficie.

Il calo di engagement altrove racconta la crisi di un modello. Facebook e Instagram non riescono più a stimolare conversazioni. Twitter, tra conflitti e polarizzazioni, perde credibilità. Solo TikTok riesce a mantenere alta l’attenzione. Ma a che prezzo? Il prezzo è la riduzione della comunicazione a intrattenimento puro.

In un mondo dove le relazioni diventano sempre più fragili, l’illusione dell’engagement numerico non basta. Ciò che manca è il tessuto sociale, la comunità vera. E senza comunità, i social rischiano di diventare deserti rumorosi: pieni di contenuti, ma vuoti di significato.

Giuseppe Miccoli

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