Levanzo, rostro della Prima Guerra Punica individuato nei fondali

Un nuovo rostro è stato individuato nelle scorse ore nei fondali di LevanzoA rilevarlo sono stati gli esperti della missione americana della RPM Nautical Foundation, con la supervisione della Soprintendenza del Mare  della Regione Siciliana diretta da Valeria Li Vigni e rappresentata a bordo della nave oceanografica Hercules da Ferdinando Maurici, e in collaborazione con l’Università di Malta.

Il rostro quasi certamente è relativo a una nave impegnata nella “Battaglia delle Egadi” fra Romani e Cartaginesi, con cui si concluse la Prima Guerra Punica, perché è stato scoperto in un tratto di mare che già in passato aveva visto analoghi rinvenimenti. Continua, dunque, a dare frutti il progetto ideato e avviato anni fa da Sebastiano Tusa, che è proseguito recentemente con nuovo slancio. Alcune lettere visibili grazie al robot sottomarino fanno pensare che il rostro sia romano: giace a 80 metri e la Soprintendenza del Mare pensa di recuperarlo in un prossimo futuro.

 

«Un altro ritrovamento di straordinaria importanza perché il mare delle Egadi continua a restituirci preziose testimonianze del passato, utili a ricostruire alcune vicende storiche, come la celebre battaglia del 10 marzo del 241 a.C. tra la flotta romana e quella cartaginese – ha dichiarato l’assessore ai  Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà-. Questa ennesima scoperta, inoltre, dimostra come l’azione della Soprintendenza del Mare prosegua incessante con un lavoro di ricerca costante e fruttuoso. La primavera dell’archeologia in Sicilia continua, anche grazie a scoperte come questa, frutto di una proficua collaborazione con una fondazione americana e con l’Università di Malta».

 

 

 

«È stato individuato il ventiquattresimo rostro nel mare delle Egadi in questa fortunata campagna del 2021. Che la campagna di ritrovamento fosse così ricca – evidenzia la Soprintendente del Mare Valeria Li Vigni – lo avevamo preannunciato a fine 2020 a seguito dei 40 target registrati, ma le aspettative sono state superate con il ritrovamento, nell’arco di pochi giorni, di un relitto di nave romana con il suo carico di anfore e di questo rostro, sul quale sono state  identificate le lettere L F Q P e che appare in buone condizioni. La corretta applicazione del metodo scientifico, un percorso che ha sapientemente indicato Sebastiano Tusa, e gli esiti dell’uso di una tecnologia sempre più avanzata e dell’utilizzo di strumentazioni all’avanguardia, hanno portato risultati eccellenti, grazie alle collaborazioni ormai da tempo avviate e che proseguono con la RPM Foundation e con l’Università di Malta. Sull’Hercules, al momento del ritrovamento erano presenti Ferdinando Maurici  e James Gold».

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