LiscaBianca, la barca che dopo anni di abbandono torna a solcare il mare per “un’impresa epica”
“È difficile, ma si fa“. È il 4 dicembre 2013 e a margine della conferenza stampa di presentazione di “Progetto LiscaBianca – navigare nell’inclusione” Carlo Treviso, il mastro d’ascia che l’aveva costruita nel 1981 – allora venticinquenne – battezzava così “l’impresa epica” che stava cominciando: quella di restaurare la LiscaBianca, un ketch di legno di circa 11 metri, ritrovata pochi mesi prima da Elio Lo Cascio (sociologo, mediatore penale) e Francesco Belvisi (designer e progettista navale) in un cantiere periferico di Palermo dopo oltre 20 anni di abbandono. Sembrava impossibile, allora, senza risorse né un piano ben preciso ma “solo” tanto entusiasmo e voglia di lavorare assieme e diventare equipaggio.
Partiva la campagna “Cercasi equipaggio per impresa epica”, una gara contro il tempo per sottrarre LiscaBianca alla demolizione e per aggregare un gruppo di lavoro fatto di persone e organizzazioni capaci di avere una visione e il coraggio di portarla avanti. Il 27 dicembre dello stesso anno LiscaBianca veniva trasferita in un vecchio capannone agricolo, in montagna, e pochi mesi dopo iniziavano i lavori preliminari al restauro. Dopo quasi tre anni di duro lavoro, fatiche, scarsissime risorse, imprevisti e sorprese, nuovi sostenitori, nuovi amici, e un seguito sempre crescente di appassionati, pur conditi da qualche immancabile detrattore, Associazione LiscaBianca ha riconsegnato al mare un barca che racchiude in sé l’anima e l’entusiasmo di tutti i ragazzi che ci hanno lavorato: i ragazzi dell’Istituto Penale per i Minorenni “Malaspina “ di Palermo, i giovani della Comunità di recupero Sant’Onofrio di Trabia, i ragazzi del circuito SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che si sono integrati non facendo mai mancare in cantiere la loro forza di volontà e gioia di partecipare, gli infortunati di INAIL in cerca di una nuova occasione di formazione e riscatto.
L’associazione LiscaBianca costituita nel settembre 2014 per gestire le attività legate al restauro con finalità di inclusione socio- lavorativa, è particolarmente legata a questa immagine: il cantiere, un vecchio capannone agricolo semi-abbandonato, è stato convertito in cantiere navale; il gruppo di lavoro, costituito da professionisti nel settore tecnico, sociale, della comunicazione è diventato un equipaggio multidisciplinare, coeso e deciso; il vecchio scafo martoriato dal tempo e dalla pioggia è tornato ad essere giorno dopo giorno una barca solida e forte; i giovani protagonisti dei lavori sono cresciuti da persone totalmente senza esperienza in operai capaci di affrontare la quotidianità del cantiere, in un percorso di formazione che ha abbinato i saperi tradizionali con le nuove tecnologie. In un progetto che non si regge strutturalmente su bandi e finanziamenti è stato vitale il supporto dei Partner: i promotori, Istituto Don Calabria, Associazione Apriti Cuore Onlus, YAM srl e Istituto Penale per i Minorenni di Palermo che hanno creduto e operato con entusiasmo fin dal primissimo istante, i Partner tecnici (Makita Italia, Sika Italia, WS Marine), Fondazione San Zeno, UniCredit, Lega Navale Italiana con cui si è associato il lavoro in cantiere alla possibilità di avviare alla vela alcuni ragazzi del circuito penale, oltre a partecipare insieme a tante manifestazioni sportive e divulgative. E, ovviamente, la famiglia Albeggiani al completo che, con la Signora Licia e i figli, ha da subito messo a disposizione la barca per un Progetto che naviga tra ricordi intensi e intimi in un susseguirsi di emozioni, con il coraggio di condividerle spesso anche pubblicamente.
Un Progetto che in tre anni ha richiesto un livello di intensità e di presenza assolutamente nuovo nel campo del sociale. “E’ stato difficile, sì, ma ce l’abbiamo fatta. – dice Nadia Lodato, che ha dato vita al progetto – E adesso che LiscaBianca è in acqua pronta a navigare, come ogni varo si tratta di un nuovo inizio: il cantiere continuerà a lavorare, meglio e con maggiori capacità e tecnologie grazie alla collaborazione con il Comune di Palermo che mette a disposizione un capannone dismesso della Fiera del Mediterraneo“. La barca sarà impiegata per percorsi di turismo sostenibile e attività di vela rivolte a persone che, altrimenti, avrebbero scarso accesso alla navigazione (disabili e persone in condizioni di marginalità sociale).
LiscaBianca è stata varata venerdì 29 luglio del 2016.