Maltempo, Lampedusa: imbarcazioni migranti vagano fra le onde del Porto
“Il Governo nazionale intervenga al più presto e disponga la rimozione delle imbarcazioni ‘abbandonate’ a Lampedusa, perché con il maltempo di questi giorni e le pessime condizioni del mare si sono trasformate in un pericolo per la comunità, per le infrastrutture e per l’ambiente. Molte di quelle che erano ormeggiate al Molo Favaloro sono infatti in balia delle onde all’intero del Porto, rischiando oltretutto di danneggiare le altre imbarcazioni ed i nostri pescherecci”. Così, nei giorni scorsi, Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa.
“Da tempo chiedo alle istituzioni competenti di intervenire per risolvere il problema legato alle imbarcazioni utilizzate dai migranti che, una volta arrivate a Lampedusa, vengono ormeggiate e di fatto dimenticate. Una situazione di fronte alla quale l’Amministrazione Comunale ha le mani legate poiché, fino a quando si tratta di barche sotto sequestro, non possono essere rimosse. Poi succede che il tempo passa, i materiali si deteriorano e a volte alcune di queste affondano all’interno del Porto: quindi scattano una serie di ulteriori vincoli ambientali che complicano ulteriormente la procedura di rimozione, che a quel punto ha costi molto più elevati che di certo non si può chiedere al Comune di sostenere, e dunque senza l’intervento del Ministero non si può fare nulla”. “Non è ammissibile che il nostro Porto, che per l’isola è una infrastruttura fondamentale sotto diversi punti di vista, sia messo a rischio da imbarcazioni abbandonate per colpa delle lungaggini burocratiche o della mancanza di volontà delle istituzioni nel risolvere questa situazione. Il Governo faccia qualcosa, prima che si verifichino incidenti gravi”.
“Quello che è accaduto a Lampedusa (il gasolio che ha invaso molo Favaloro) era ampiamente prevedibile – tuona Martello – proprio la scorsa settimana avevo lanciato un nuovo allarme che però non è stato ascoltato da chi aveva il dovere di intervenire: un’imbarcazione utilizzata dai migranti e “abbandonata” nel nostro porto è affondata, lasciando fuoriuscire in mare il suo carico di carburante. Bisogna fare chiarezza su chi ha compiti e responsabilità in questa vicenda: le imbarcazioni una volta giunte in porto vengono sequestrate dall’Autorità Giudiziaria ed assegnate all’Ufficio delle Dogane”.
“Il sindaco dunque non ha potere di intervento, il suo compito è segnalare e denunciare il problema, cosa che ho fatto in diverse occasioni sia pubblicamente che per vie formali: ho scritto al Ministero degli Interni ed al Ministero dell’Ambiente, ho sollecitato l’intervento della nave Castalia per interventi di bonifica, ho anche proposto di rimuovere le imbarcazioni a spese dell’Amministrazione Comunale ma l’Autorità Doganale non ha acconsentito. Ieri ho sollevato nuovamente la questione nel corso di un incontro dedicato alle Isole Minori con il presidente Nello Musumeci che si è tenuto nella sede della Presidenza della Regione. Chi giudica questa vicenda attribuendo responsabilità al sindaco o all’amministrazione comunale, dunque, o lo fa in malafede o non sa di cosa parla. Il primo a soffrire nel vedere quel carburante nel mare di Lampedusa sono io. Soffro e provo rabbia perché tutto questo si doveva e si poteva evitare! Adesso serve un intervento immediato a tutela del nostro ambiente, della nostra marineria e della nostra economia. Ma è inaccettabile – conclude Martello – che si arrivi a questo punto, che ci si accorga di Lampedusa solo quando l’emergenza è ormai in corso”.
Intanto, Legambiente Sicilia ed il Circolo Esther Ada di Lampedusa denunciano che in queste ore si è aggravata l’emergenza ambientale per il mancato smaltimento a termini di legge dei barconi utilizzati dai migranti e alcuni relitti sono semiaffondati all’interno del porto con sversamento di idrocarburi. Ma la situazione è ancora più grave per la presenza di depositi di imbarcazioni in più punti dell’isola, da Cala Salina all’area militare dell’ex base Loran. Legambiente ricorda che tutto il territorio di Lampedusa e tutto l’ambito marino circostante compreso il porto sono vincolati dall’Unione Europea come Zona di Protezione Speciale per l’elevato valore naturalistico e quindi il degrado ambientale che si sta verificando ormai da mesi costituisce anche violazione delle norme comunitarie. Per questo è stato dato mandato ai legali del Centro di Azione Giuridica di Legambiente di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, al Ministero dell’Ambiente ed alla Commissione Europea. Legambiente chiede anche che venga fatta piena luce sulla mancata attuazione degli appalti per la rimozione dei relitti e dei barconi indetti da mesi dall’Agenzia Regionale delle Dogane e dei Monopoli cui compete tale attività per legge.